Florence Peake racconta il suo intervento per lo spazio romano FOROF: «Tramite lo scavo do spazio alla vita»

Mentre FOROF si prepara a ospitare un nuovo appuntamento dedicato ad Alex Cecchetti, Peake spiega il significato della sua performance

Come disse Andy Warhol, “Roma è l’esempio di ciò che accade quando i monumenti in città durano troppo a lungo”. Quando poi questi stessi monumenti vengono scoperti, e gli viene data una seconda vita, è pura magia.

Ed è proprio la magia la prima sensazione che si percepisce una volta entrati nello spazio di Palazzo Roccagiovine, di fronte alla Colonna Traiana. Lì dove un tempo sorgeva la Basilica Ulpia, che al tempo della sua costruzione era la più grande basilica di Roma, oggi si respira un’ondata di aria fresca portata dall’esperienza immersiva del binomio arte – archeologia. Perché FOROF nasce proprio con quest’intento: dare a Roma uno spazio permanente di valorizzazione culturale dove i migliori artisti contemporanei possano performare nel contesto leggendario dei resti della Basilica.

È stato il compito di Florence Peake di inaugurare la seconda stagione della location romana, che si prepara il 16 novembre ad aprire le porte all’intervento di Alex Cecchetti, Sortilegio, a cura di Maria Alicata. Peake, fresca della sua prima esibizione alla National Gallery di Londra, ci racconta come si sia ispirata allo spazio per la creazione della sua performance, che si è svolta il 5 ottobre da FOROF: «Da diversi anni – spiega – mi concentro molto sul lavorare con il corpo e i movimenti che esso può produrre. Una delle caratteristiche principali del mio lavoro è quello di scavare, estrarre questi movimenti e renderli forma. Proprio per questa mia ricerca “archeologica”, mi è capitato negli ultimi anni di effettuare delle performance in luoghi emblematici dell’attività di scavo, come ad Aberdeen, dove le sue mine di carbone e granito sono diventate parte significativa della storia della città. Per questo penso che le mie performance siano un perfetto connubio con quella che è la missione di FOROF: tramite lo scavo dare spazio alla vita».

Interior Pull, la performance presentata dalla Peake durante la serata di inaugurazione, realizzata a pochi metri dai marmi colorati della pavimentazione della Basilica, rievoca il rituale di sepoltura, dove due corpi femminili vengono rinchiusi dentro un sarcofago di argilla, «un materiale capace – sottolinea Peake – di cogliere ogni singola sfumatura del movimento». I corpi vengono poi estratti dal guscio, e si intrecciano in una danza intorno all’argilla da poco forgiata che rievoca i riti funebri dell’antichità.
Nella performance, fatta ad hoc per il FOROF, emergono diversi particolari affini alla visone della Peake e della natura luogo stesso: come il cospargimento dei corpi con l’argilla possa rievocare la tragedia di Pompei, la conseguente estrazione dal guscio ci riporta proprio alla natura archeologica del FOROF e dei lavori della Peake. La danza finale intorno al guscio, con le sue fusioni e intrecciamenti, è invece un altro dei concetti principalmente trattati dall’artista, ovvero quello delle strategie queer.

L’intervento che dal 16 novembre 2022 al 15 aprile 2023 Alex Cecchetti presenta nello spazio è invece un percorso espositivo fatto di suoni, narrazioni e odori. Sortilegio è un inno alla natura e un invito ad identificarsi con essa che ci ricorda che dobbiamo la nostra vita ad altre specie. Artista, poeta, giardiniere e coreografo ha ideato infatti un ambiente sciamanico i cui elementi guidano gli spettatori ad abbandonare se stessi e andare all’incontro della Natura. Per la mostra, accanto a opere prodotte negli ultimi anni, Cecchetti realizza tre serie di lavori inediti: i Vasi Rivoluzionari, le Meduse e Passatempo.

«Nell’urgenza ecologica che stiamo vivendo oggi – dice Cecchetti – è fin troppo chiaro a tutti quanto sia controproducente controllare e sfruttare la Natura come una risorsa a cui non è dovuto nulla, neanche il rispetto. È controproducente perché la Natura vince sempre, il seme vince sempre, siamo noi che perdiamo. Noi siamo natura, siamo parte di essa, non smettiamo di esserlo neanche da morti. Ma è il nostro essere specie, il nostro essere vita che è in pericolo».

Alex Cecchetti, Enter Art Fair – Enter Art Program 2020 “Thinking Feelings. A Space for Intimacy”, curated by Irene Campolmi. Photographs by Ana Baumann

Info: www.forof.it