Svelata MARSHY. L’opera di Eugenio Tibaldi, vincitore del Premio Ermanno Casoli 2022

Tibaldi continua la sua ricerca sul confine ricreando uno spazio ispirato al più marginale degli ambienti naturali

Dopo aver annunciato il vincitore del Premio Ermanno Casoli 2022, Eugenio Tibaldi, la Fondazione Ermanno Casoli presenta al pubblico la sua opera, MARSHY. Si tratta di un progetto site specific per EMC FIME di Castelfidardo (An), azienda del gruppo Elica, che ha visto coinvolti non solo i dipendenti della divisione motori ma anche tutto il mondo Elica, che ha una piattaforma produttiva articolata in sette siti tra Italia, Polonia, Messico e Cina, e che annovera oltre 3.200 lavoratori.
«Da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo – spiega Marcello Smarrelli, curatore del Premio – Eugenio Tibaldi, per il progetto MARSHY, porta avanti una ricerca che verte sul concetto e sul ruolo dello scarto nell’economia e nella realtà quotidiana. Il difetto e il conseguente tentativo di miglioramento sono visti dall’artista come parte dell’evoluzione, in una tensione volta al controllo, all’efficienza e alla precisione. Nei progetti che realizza in diverse parti del mondo, teorizza un senso del margine inteso più come condizione mentale che geografica. Attraverso questa pratica l’artista attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, fa emergere forme di estetica alternativa alle pratiche tradizionali».

Eugenio Tibaldi, MARSHY, 2022. Photo Lorenzo Morandi

L’opera si presenta come un cerchio d’acqua del diametro di 12 metri, con tre passerelle che indicano le direzioni nello spazio e le componenti, individuate dall’artista, del territorio in esame: la natura, la storia e l’industria. Emerge dall’acqua una vegetazione caratteristica di un ambiente palustre: arbusti, bambù, fiori, popolata da una colonia di 200 volatili; il tutto costruito interamente attraverso il riutilizzo degli scarti della produzione aziendale e il coinvolgimento in vari modi di tutti i dipendenti del gruppo Elica.
Anche la scelta della palude non è casuale: considerata come territorio liminare tra terra e acqua, la palude rappresenta per antonomasia un’anomalia del paesaggio, non adatta agli insediamenti a meno di non essere prima bonificata, di fatto uno “scarto”. Eppure le paludi presentano uno dei più alti tassi di biodiversità al mondo, risultando fondamentali nei processi evolutivi e per la sopravvivenza dell’ecosistema generale. Con MARSHY, Tibaldi continua la sua ricerca sul confine ricreando uno spazio ispirato al più marginale degli ambienti naturali. Un luogo di sospensione in cui ogni definizione è al tempo stesso rassicurante e fuorviante, per questo capace di accogliere una molteplicità di letture, un luogo in cui il reale lo si può comprendere solo mediante l’esperienza immersiva dell’attraversamento.
Completa l’installazione un inserto sonoro che richiama alla mente il canto degli uccelli, ideato dall’artista con il musicista Andrea Naspi e realizzato con la fisarmonica grazie alla collaborazione della storica azienda di Castelfidardo Pigini Fisarmoniche.

«Arte e impresa hanno in comune molto più di quanto pensiamo: entrambi inventano ogni giorno il futuro – ha dichiarato Francesco Casoli, Presidente di Elica –  Da sempre Elica, attraverso la Fondazione Ermanno Casoli, intitolata a mio padre, introduce l’arte in azienda, in stretta sinergia con i dipendenti, perché crediamo fortemente che l’espressione artistica offra uno stimolo unico a sviluppare il pensiero laterale, la curiosità, la passione per il bello: tutti valori fondativi per noi e per EMC FIME, controllata dal Gruppo Elica. Siamo entusiasti del progetto di Eugenio Tibaldi, vincitore del Premio Ermanno Casoli, con il quale siamo davvero onorati di collaborare».