Torna la seconda edizione di FAROUT – Live Arts Festival da BASE a Milano

Un incontro tra arte e pubblico, corpi e spazio, in un percorso esplorativo verso un rinnovato concetto di tempo

“Qual è la forma del tempo? Quale tempo stiamo fuggendo? E quale, invece, stiamo reclamando? 
È con questa riflessione aperta che inaugura la seconda edizione di FAROUT – Live Arts Festival, a Milano. Dal 1 al 9 ottobre, BASE presenta la seconda edizione del festival dedicato alla creazione contemporanea, con un folto programma di concerti, performance, installazioni, interventi di arte pubblica e feste.
Il tempo è una categoria politica che determina i modi in cui viviamo, lavoriamo e produciamo. Allo stesso tempo l’idea della “fine del tempo”, nelle sue dimensioni filosofiche e storiche, insieme alle sue attuali ramificazioni politiche, sociali, ecologiche ed economiche, costituisce lo sfondo per il palinsesto di FAROUT 2022, che quest’anno diventa “time-specific“, aprendosi alla ricerca di una dimensione che riscopra “l’arte di indugiare sulle cose”, fermare l’eterno movimento e stare.
In perenne mancanza di tempo e sovraffollati dagli input di mille esperienze, non conosciamo più pause e intervalli, la soglia della contemplazione disorienta e resta inabitata, fuori dal circuito di iperattività della nostra vita.
“Reclamiamo il tempo lento che sa di ricordo e memoria, il tempo della contemplazione. Dell’attesa come gesto rivoluzionario”, cita il manifesto del Festival. 

Gli eventi del Festival vivono i tre tempi dell’alba, del giorno e della notte. Divisi tra un tempo contemplativo, con le azioni e gli spettacoli di lunga durata, le installazioni che prevedono la possibilità di prolungare lo stare nello spazio scenico, la zona dedicata agli incontri, i talk e le attività di approfondimento; un tempo performativo, dedicato agli spettacoli dai dieci minuti all’ora e mezza, che occuperanno lo spazio del pomeriggio, della sera e dell’alba; e un tempo dedicato alla scholè, alla quiete, una scuola temporanea all’interno del festival, che diventa terreno di sperimentazione per professionisti e pubblico.

Fra le proposte artistiche di FAROUT Live Arts Festival, i lavori di Giorgia Ohanesian Nardin e Gianmaria Borzillo riscoprono la coreografia come rito di aggregazione e contemplazione, gli armonografi giganti di Kaleider scandiscono la giornata disegnando, Belinda Annaloro, Antoine Defoort, Julien Fournet, Halory Goerger, Sébastien Vial / France Distraction e Nobodys ci accompagnano in una dimensione contemplativa e dilatata del tempo tra terme filosofiche e saune meditative, mentre Emke Idema con la sua scuola dei mondi non vissuti e i DOM intervengono attraverso percorsi nello spazio pubblico per dilatare e dare durata allo spazio. 
Le opere di Lucia Palladino e di 6000 Highwayman / Teatro di Sardegna mettono il ritmo del gioco e la pratica della condivisione al centro del recupero del tempo sociale, i Muta Imago indagano il riverbero e l’eco dell’incontro tra suono e corpo, Fra de Isabella racconta il tempo come storia anagrafica dei suoi 18 anni. 
Ancora, Emanuele Braga, Gabriella Riccio / Institute of Radical Imagination & Anna Rispoli esplorano nuove forme di vita post-capitalistiche attraverso una performance militante partecipativa e l’opera di Effetto Larsen celebra il tempo presente tramite la presa di coscienza della fugacità dell’esistenza. 
Il collettivo Extragarbo produce cortocircuiti temporali tramite dispositivi partecipativi e dissidenti, Maddalena Fragnito e Valeria Graziano riflettono sul tempo del lavoro che scandisce la vita e Milo Rau esplora il tempo della rivoluzione, mentre, scanditi in sera, notte e alba, gli eventi di Le Cannibale indagano la relazione tra suono e pubblico nei tre momenti. 

Il programma si arricchisce grazie alla partecipazione delle artiste e degli artisti associati di BASE Milano, tra i quali la compagnia teatrale Corps Citoyen, la coreografa e performer Elisabetta Consonni e il duo musicale MOMBAO che, a partire da quest’anno – e fino al 2024 – avranno un ruolo fondamentale di co-creazione e realizzazione della produzione artistica di BASE Milano.

Nell’incontro con il tempo della città, il palinsesto di FAROUT si intreccia con Cavalcavia, il progetto di arte pubblica che BASE Milano – in collaborazione con WeWorld, Milano Mediterranea e cultureandprojects – realizza dal 29 settembre al 2 ottobre con i quartieri di San Siro, Barona e Giambellino, grazie a “Milano è Viva”, il bando promosso e coordinato dal Comune di Milano, con il contributo del MIC, a sostegno degli spettacoli dal vivo. 
La sfida per gli spazi culturali come BASE resta quella della comprensione del presente e la trasformazione dei formati tradizionali in esperimenti di futuro.

I partecipanti a questa edizione:
Gianmaria Borzillo, Institute of Radical Imagination (IRI), Elisabetta Consonni, Corps Citoyen / Milano Mediterranea, Silvia Costa, Fra De Isabella, Leonardo Delogu e Valerio Sirna / DOM, Effetto Larsen, Cosimo Ferrigolo, Gaia Ginevra Giorgi, Edoardo Lazzari / Extragarbo, Maddalena Fragnito e Valeria Graziano, Emke Idema, Kaleider, France Distraction, Le Cannibale, Nobodys, NONE Collective, MOMBAO, Muta Imago, Giorgia Ohanesian Nardin, Lucia Palladino, Milo Rau / IIPM, 6000 Highwayman / Teatro di Sardegna 

FAROUT Live Arts Festival
1 – 9 ottobre
BASE – via Bergognone 34, Milano 
Il programma completo qui: base.milano.it