A Palazzo Braschi prende il via il ciclo espositivo della Quadriennale per il sostegno dell’arte contemporanea italiana

Dal 16 settembre, prende avvio il ricco programma della Quadriennale volto al sostegno e alla promozione dell'arte italiana del XXI secolo

Si è tenuta questa mattina, al Museo di Roma – Palazzo Braschi, la conferenza stampa che ha illustrato il programma di mostre e incontri promosso da La Quadriennale di Roma e Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Il titolo della rassegna, QUOTIDIANA, esalta proprio quel carattere continuativo che è tra gli obiettivi principali della Quadriennale. Come il direttore artistico Gian Maria Tosatti ha ricordato in conferenza, La Quadriennale è prima di tutto un’Istituzione di ricerca e, parte imprescindibile del lavoro del ricercatore è la condivisione dei risultati. Attraverso un metodo scientifico di analisi dei fenomeni, La Quadriennale punta a un lavoro costante, che non si riduce alla mostra quadriennale appunto, ma mette in ballo numerosi curatori e critici che lavorano alla mappatura e alla promozione della scena artistica emergente su tutto il territorio nazionale: Elisa Carollo, Edoardo De Cobelli, Giacinto Di Pietrantonio, Francesca Guerisoli, Paola Nicolin, Nicolas Martino, Angel Moya Garcia, Marco Scotti, Daniela Trincia, Marco Trulli, Daniela Bigi, Marcello Francolini, Lorenzo Madaro, Chiara Pirozzi, Alessandra Troncone.
Tantissime le mostre e i progetti che si alterneranno negli spazi del Museo, con l’intento di creare un dialogo serrato anche con il pubblico “a rivedersi frequentemente”, allargando il bacino di utenza e approfondendo la conoscenza del contemporaneo italiano sempre di più.

QUOTIDIANA si struttura in due momenti espositivi paralleli:

PAESAGGIO che intende creare dei momenti critici di approfondimento sulla ricerca degli artisti italiani, partendo dalla scrittura di un lungo saggio commissionato a curatori e curatrici italiani e stranieri e sempre disponibile alla lettura del pubblico nell’atrio di ingresso, che connette le due sale espositive, con l’obiettivo di indagare fenomeni artistici del nuovo secolo e le singole ricerche di specifici autori. Per ciascuna mostra, sarà esposto un numero limitato di lavori, da una a tre opere, in modo da poter concentrare l’attenzione sui dettagli e gli elementi costitutivi del lavoro. Questa formula di trasparenza ed apertura delle fonti, che Quadriennale pubblica anche sul proprio sito istituzionale, mettendo a disposizione le schede di Archivio e gli oltre cento studio visit pubblicati in versione integrale, ritorna negli intenti di allargare la conoscenza dell’arte del XXI secolo, che è ancora troppo poco studiata e approfondita. “Per creare interesse su qualcosa devi farla conoscere”, ha dichiarato Tosatti – anche nell’intervista che ha rilasciato a Inside Art proprio qualche giorno fa – e per far conoscere qualcosa a qualcuno devi spiegarla in maniera chiara, precisa e puntuale. […] La cultura italiana, in ogni ambito, ha perso la capacità di sapersi raccontare. Il problema è che se non ti è chiaro da subito ciò che andrai a vedere, non sei incentivato a partecipare, ad andare”. Facendo seguito a quel filone di pensiero che farsi capire sia una questione politica, assumendo il rischio e liberando l’arte e la cultura da quello snobismo intellettuale che allontana il pubblico dalle opere. “E le opere devono essere viste”. Il lavoro dell’artista deve continuare ad essere libero, ma compito dei musei e delle istituzioni di ricerca, quello di restituirlo in maniera chiara e diretta al fruitore.

Il ciclo espositivo PAESAGGIO si articola quindi in sei mostre, con cadenza bimestrale, allestite ogni volta nella Sala al pian terreno di Palazzo Braschi. Inaugura il ciclo, dal 16 settembre al 13 novembre, Francis Offman (Ruanda, 1987) con l’introduzione del saggio di Hans Ulrich Obrist, direttore della Serpentine Gallery di Londra e tra i più importanti curatori internazionali.

La seconda sezione PORTFOLIO, ha il compito di indagare la scena artistica italiana under 35. Una selezione effettuata dalla Direzione Artistica della Quadriennale in collaborazione con la curatrice in residenza under 30, Gaia Bobò. Anche qui, la scelta è quella di concentrare la massima attenzione su pochi elementi del lavoro di ogni singolo artista: un’unica opera o progetto accompagnati da un portfolio sul proprio lavoro che sarà in consultazione aperta al pubblico per tutta la durata della mostra. L’obiettivo è quello di “registrare l’emersione di nuovi autori della scena nazionale, dando loro l’opportunità di mostrare il proprio lavoro in ambito istituzionale, presentandolo attraverso un inquadramento ragionato di immagini che possano servire da contestualizzazione della propria ricerca”.

Per PORTFOLIO, sono previste undici mostre a cadenza mensile, inaugurate da quella di Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo di Gotto, 1991) che inaugura il 16 settembre e resta aperta fino al 9 ottobre. Servendosi di materiali di scarto, Barchitta attiva connessioni tra diverse latitudini e identità culturali.

Contestualmente all’attività dei due cicli espositivi, si svolgeranno incontri sull’arte italiana del XXI secolo, dedicati agli Amici della Quadriennale e coordinati da Ludovico Pratesi, e una serie di conferenze e dibattiti aperti al pubblico. L’impegno profuso per avvicinare il grande pubblico continua con i Quaderni d’arte italiana, una pubblicazione trimestrale edita da Treccani, diretta da Gian Maria Tosatti con il Comitato di redazione composto da Nicolas Ballario, Francesca Guerisoli, Nicolas Martino, Attilio Scarpellini e Andrea Viliani. Anche qui, gli articoli della rivista sono pubblicati settimanalmente e in modo gratuito sul sito della Quadriennale e sulla piattaforma digitale quaderni.online.

Non solo promozione in Italia, ma anche all’estero. La Quadriennale continua il proprio lavoro di ricerca e condivisione, lavorando per mettere in campo connessioni con altre istituzioni in Europa e nel resto del mondo. I primi obiettivi raggiunti sono sicuramente quello della grande antologica dedicata a Roberto Cuoghi al Fridericianum di Kassel e il progetto di residenze in Italia per artisti ucraini Et in Arcadia ego, il cui obiettivo è quello di sostenere i giovani artisti la cui crescita e formazione è stata interrotta e ostacolata dalla guerra. I periodi di residenza si svolgeranno in due luoghi suggestivi che evocano nella loro bellezza paesaggistica lo spirito di Arcadia: il Castello di Santa Severa e la città di Cagliari. Tra gli artisti selezionati: Dasha Chechushkova, Mykola Ridny, Danylo Galkin, Sasha Roshen insieme alle due curatrici Valeryia Pliekhotko e Sofia Yukimova, accompagnati da quattro artisti italiani: Edoardo Aruta, Caterina Morigi, Ambra Iride Sechi e Giulia Casula.

Infine, una sezione è dedicata al mondo delle tecnologie digitali e di rete con un progetto coordinato da Valentino Catricalà.
Una borsa di ricerca annuale dedicata ad approfondire aspetti e problemi del rapporto tra digitale e arti visive, che in questa edizione è stata vinta da Vincenzo Estremo. Parallelamente, sono stati sviluppati e sostenuti due progetti di residenza per due artisti italiani attivi sul linguaggio del digitale che lavoreranno presso la SODA – School of Digital Art di Manchester: Federica Di Pietrantonio (Roma, 1996) e Pier Alfeo (Molfetta, 1985). Chiude il ciclo sul digitale una cooproduzione con S+T+Arts (programma Arte, Scienza e Tecnologia della Commissione Europea), realizzata dall’artista Elisa Giardina Papa, attualmente in mostra alla Biennale di Venezia.

Un programma importante, corposo che fa presagire nuova vitalità per la città di Roma, per gli artisti e gli addetti al settore e una rinnovata apertura al pubblico, per far sì che la cultura allarghi il suo cerchio, compiendo la sua funzione di disegnare una via di fuga, fuori dai confini imposti.

Per il programma completo: https://quadriennalediroma.org