Emanuela Daffra nominata nuova direttrice dell’Opificio delle pietre dure di Firenze

L'istituto fiorentino, il centro più importante per il recupero dei capolavori artistici, ha una nuova dirigente

Emanuela Daffra, dipendente dell’Amministrazione dei Beni culturali dal 1990, è stata nominata direttrice ad interim come direttrice dell’Opificio delle pietre dure di Firenze.

Una nomina a tempo determinato – circa un anno – giacché bisognerà aspettare il dipanarsi della nuova situazione politica italiana, per far sì che il prossimo Ministro della Cultura elegga il nuovo Soprintendente a capo dell’istituto di restauro per i prossimi anni.

Storica dell’arte milanese, Emanuela Daffra ha ricoperto negli anni diversi incarichi importanti all’interno degli Istituti del Ministero come capo curatrice responsabile delle collezioni della Pinacoteca di Brera, vicedirettrice della Pinacoteca di Brera e direttrice di tre settori di restauro (Tessili, Scultura lignea, Arazzi) proprio presso l’Opificio delle pietre dure di Firenze, dove oggi ritorna in altre vesti.

Durante questo periodo di direzione, Daffra manterrà comunque l’incarico di direttore del Polo Museale della Lombardia comprendente, tra gli altri, il Museo del Cenacolo Vinciano di Milano, il Museo Archeologico Nazionale di Mantova, l’Area archeologica delle Grotte di Catullo, la Cappella Espiatoria di Monza Brianza, il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, Vigevano, il Museo della Certosa di Pavia, il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica Capo di Ponte, in provincia di Brescia.

Fondato nel 1588 da Ferdinando I de Medici, l’Opificio è un istituto dotato di autonomia speciale del Ministero della Cultura, che dipende dalla direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali, la cui attività operativa e di ricerca si concretizza nel campo del restauro delle opere d’arte. Nato come semplice manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, solo negli ultimi decenni del XIX secolo, l’Opificio ha convertito il suo lavoro in attività di restauro.
Fu infatti in seguito all’alluvione del 1966 e la conseguente legge istitutiva del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali del 1975, che l’antico Istituto mediceo e il Laboratorio restauri della Soprintendenza vennero fusi in unico istituto, insieme ai laboratori minori sorti in seguito all’emergenza dell’alluvione.

Da qui, nel corso degli anni, sono stati affrontati restauri di opere di valore inestimabile, capolavori di Giotto, Botticelli, Leonardo, Raffaello, per dirne alcuni.
Ma come dichiarato da Marco Ciatti, ex Soprintendente in carica all’Opificio fiorentino dal 1984 e in pensione dalla fine di luglio, più che con problemi legati al restauro delle opere d’arte, la nuova dirigente dovrà fronteggiare la “costante rarefazione del personale” nei vari settori di restauro. 
Una questione che, come accaduto in questi ultimi tempi, riguarda non solo il restauro ma anche altri settori della cultura italiana, come i musei e le gallerie.