AnotherFuckingReadymade, ovvero il furto di Cattelan che è diventato un’opera d’arte

Vi raccontiamo di quando Cattelan ha derubato la Bloom Gallery e ha esposto il contenuto in una galleria vicina

Maurizio Cattelan è un artista che ironizza sul mondo dell’arte e ne altera il funzionamento. Le provocazioni di Cattelan sono numerose e di vario genere, tutte di una grandissima rilevanza. Una, nel particolare, è entrata negli annali dell’arte contemporanea. Nel 1996 Maurizio Cattelan ha derubato la Bloom Galerie di Amsterdam e ha esposto il suo bottino in una galleria vicina. Non solo l’esposizione del materiale sottratto, ma anche il gesto del furto, erano un’opera d’arte, intitolata AnotherFuckingReadymade

La sua arte disincantata annienta l’idea romantica dell’artista investito, poiché, per lui, l’arte è un prodotto come un altro e non c’è bisogno di creare, se non per soddisfare una richiesta. Sia le sue parole che le sue opere si destreggiano con una buona dose di derisione e una critica volutamente ironica del mondo contemporaneo. L’episodio del 1996 ha, come si può immaginare, creato grande scalpore e segnato una grande svolta nella carriera di Cattelan. 

Il furto è stato accuratamente studiato, ogni dettaglio era parte di un progetto artistico, seguito da curatori ed esperti. Infatti, quando sottrasse l’intero contenuto della Bloom Gallery, l’artista doveva esporre alla mostra Crap Shoot alla galleria De Appel di Amsterdam, chiaramente complice nella creazione di quest’opera d’arte. Di come sia stata messa in atto la rapina e chi fossero i partecipanti di quest’azione ancora non si hanno i dettagli. 

Installation view of Maurizio Cattelan’s Another Fucking Readymade, 1996, on view at De Appel Arts Center, Amsterdam. 

Non serve però conoscere precisamente la dinamica per capire perché un episodio di questo genere ha scioccato l’intero mondo dell’arte, provocando in alcuni casi sdegno, in altri interesse e, nella maggior parte, divertita ammirazione e infastidente coinvolgimento. 

Cattelan ha reso un crimine un’opera d’arte. Ha dato un nome ad un’azione illegale e provocatoria ed ha esposto la refurtiva come simbolo e testimonianza. Un’opera d’arte come questa solleva ogni sorta di questione filosofica su ciò che costituisce un’opera d’arte.Per Cattelan discorsi di questo tipo, in un’epoca come la nostra, sono assolutamente superflui, la ricetta per il successo è provocazione, onestà e creazione.

Crediamo che per immaginare la surreale situazione che Cattelan ha artisticamente creato, sia particolamente interessante raccontare l’episodio dal punto di vista di Diana Stigter, ex co-proprietaria della Bloom Gallery.

“Quando abbiamo aperto la porta di quello che doveva essere un giorno come gli altri, abbiamo subito visto che tutto era diverso. Abbiamo fissato uno spazio vuoto. Non solo la mostra era completamente scomparsa, ma anche i computer, i documenti, gli articoli personali: tutto era sparito. Siamo rimasti lì in completo stato di shock, cercando di trovare un punto su cui concentrarci”. 

Diana Stigter, ex co-proprietaria della Bloom Gallery

Non si trattava di un semplice furto e c’erano diversi indizi a suggerirlo. La porta non era stata forzata, le finestre non erano state sfondate e sul muro era appeso un piccolo adesivo con la scritta crap shoot. Notato quel dettaglio ” tutto è diventato chiaro” ha raccontato Diana Stigter. La consapevolezza di essere parte di un’azione sovversiva organizzata da uno dei personaggi più eccentrici del mondo dell’arte ha permesso ai galleristi di vivere con leggerezza ed interesse l’episodio. 

Maurizio Cattelan

Un episodio, una storia o un furto? Sicuramente un’opera d’arte creata grazie all’azione provocatoria dell’artista. Il tema del furto rimarrà nelle opere successive di Cattelan, che ha l’intenzione di perpetuare anno dopo anno la provocazione del 1996.

Articoli correlati