Addio a Salvatore Iaconesi, la forza dell’arte contro la malattia

Dopo un lunga e travagliata lotta contro il tumore al cervello che lo affliggeva da anni, muore Salvatore Iaconesi, visionario attivo tra arte e scienza

26 luglio 2022, si spegne a Marbella Salvatore Iaconesi, designer, ingegnere, hacker, creativo come pochi altri, uomo coraggioso che non ha mai ceduto al dramma che è stato costretto ad affrontare. Tra le voci più influenti delle New Media Art in Italia, a Marbella Iaconesi saluta per l’ultima volta sua moglie Oriana Persico, compagna di vita, di lavoro e di battaglia.

Sempre con Oriana Persico ha fondato Art in Open Source e Her: She Loves Data, un centro di ricerca culturale di nuova generazione che utilizza dati e il calcolo – algoritmi complessi, intelligenza artificiale, reti, ecosistemi – per creare processi di accelerazione culturale attraverso l’arte e i risultati della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, ma anche per analizzare le trasformazioni che attraversano l’umanità grazie ai dati. 

Quando nel 2012, Salvatore Iaconesi si è ammalato di cancro al cervello ha deciso di lasciare l’ospedale per avviare La Cura, una performance globale per riappropriarsi del proprio corpo e della propria identità creando una cura partecipativa open source per il cancro.

Tra gli ultimi progetti a cui si è dedicato insieme a sua moglie è la creazione di un  un “prototipo performativo”, applicando le opportunità offerte dal digitale alla collezione del Museo MAXXI di Roma. La nuova esposizione WWW (What a Wonderful World) curata da Bartolomeo Pietromarchi si trasforma in un’iniziativa sperimentale dove le opere d’arte esposte si relazionano con il pubblico e il risultato dell’interazione è visibile su schermo.

«Salvatore non ha mai creduto nei supereroi, ma nel codice aperto» scrive Oriana Persico ricordando Iaconesi. «Ciò che so è che Salvatore non è una perdita personale. Il mondo e gli ecosistemi che abbiamo toccato – persone, studenti, istituzioni – perdono il privilegio di una immaginazione irriverente, trasgressiva e visionaria capace di trasformare i dati e la computazione in spazi di vita e di espressione: nuovi e imprevisti gradi di libertà dei nostri corpi e dei nostri sistemi di cui godere».