Per un’archeologia totale. Alle Terme di Diocleziano il terzo atto de Le forme del tempo

In seguito all’esperienza pesarese, il sodalizio artistico di Alessandro Dandini De Sylva con i fotografi Domingo Milella e Fabio Barile si rinnova nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano

In seguito all’esperienza pesarese, il sodalizio artistico di Alessandro Dandini De Sylva con i fotografi Domingo Milella e Fabio Barile si rinnova nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano

A tre anni dai primi due capitoli della mostra (Centro Arti Visive Pescheria, Sinagoga Sefardita di Pesaro), il curatore Alessandro Dandini De Sylva e i fotografi Fabio Barile e Domingo Milella accettano il confronto con le Terme di Diocleziano, una delle sedi del Museo Nazionale Romano. Il monumentale complesso termale ospita, dal 22 giugno al 31 luglio,il terzo atto di Le forme del tempo, rassegna che si ispira, nel titolo, al (quasi) omonimo saggio di George Kubler e che vede i due artisti alle prese con la sfida della fotografia al Tempo. Collocando nelle Grandi Aule dodici immagini (sei per ognuno), i due autori riaprono il discorso sulla simultaneità di piani temporali. In conversazione con Milella e con il curatore, è Barile a chiarire come, rispetto all’originaria formulazione kubleriana (al singolare), la scelta del plurale per la mostra nasca dall’esigenza di mostrare come “il tempo non sia una cosa uniforme” e come le diverse scale, che nelle parole del direttore Stéphane Verger “gli archeologi hanno cura di distinguere tra loro”, entrino spesso in collisione tra di loro.

Per l’occasione, lo stesso Verger ha consentito agli artisti e al curatore l’accesso ai magazzini del museo, scegliendo, con essi, tre pezzi che, entrando in dialogo con le immagini, si pongono come saggi visivi del decadimento cui la natura sottopone i manufatti umani e come testimonianze della compressione del flusso nel frammento; allo stesso modo, gli interventi dei due autori riescono a concentrare, nell’immagine singola, tanto il Tempo Totale, la scala impossibile dei sommovimenti geologici (Barile), quanto il Tempo Reale, l’ordine più gestibile dell’archeologia umana (Milella). «Entrambi gli artisti – spiega Dandini – non fermano il suo fluire [del Tempo] in frazioni di secondo ma lo abbracciano interamente e lo comprimono in singole immagini»; tuttavia, le ricerche individuali si differenziano per il fatto che, se nel lavoro di Milella le tracce disseminate dall’uomo rendono possibile il processo mentale di scansione, in Barile una simile iniziativa viene a mancare proprio per l’assenza del referente umano.

Se, come ha scritto Kubler, noi “possiamo conoscere il tempo soltanto […] osservando mutamento e permanenza”, allora si può cogliere la dinamica del flusso solamente nei processi di riscrittura del paesaggio operati dall’uomo con l’architettura. Mentre tale processo è leggibile nella colossale tomba di Re Mida, nelle rovine del tempio turco di Nemrut Dagi o ancora nelle piramidi di Cheope e Chefren scelte da Milella, come si può scovare il mutamento nell’immobilità di un pendio, nella fissità del “Premondo” incontaminato trovato da Barile negli archi calcarei in Sardegna o nelle concrezioni dolomitiche? Come Milella, anche Barile “cala” l’umano nel naturale: è impossibile cogliere il passo lungo della Terra, e l’unica soluzione praticabile è quella del gioco a scala ridotta dell’esperimento scientifico. Simulando le logiche del campo magnetico terrestre e le dinamiche di formazione delle dune, Barile mostra la fallacia dell’ambizione umana e i limiti intrinseci di un linguaggio presuntuoso che, tentando di ricondurre tutto a sé e di porre l’uomo a capo della storia, separa il flusso, scandendone il ritmo a sua immagine e ponendo l’arché agli esordi della vicenda umana. La terra, però, spiega Milella, riemerge sempre, e come in un suo scatto in Turchia, causa crepe nella mitologia dell’uomo e riunisce ciò che era stato diviso. L’archeologia, così, torna a farsi geologia, e viceversa.

Le forme del tempo
a cura di Alessandro Dandini De Sylva
dal 22 giugno al 31 luglio 22
Terme di Diocleziano, Roma

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