L’Aquila sta cambiando: ancora immersa nella fase di ripartenza dopo i tragici fatti legati al sisma che ha colpito la città nel 2009, il capoluogo abruzzese è oggi impegnato nella ricostruzione non solo fisica della città stessa ma anche nella ricostruzione di un tessuto sociale e culturale che possano diventare esoscheletro della comunità locale del domani. Le cicatrici che ricordano il passato sono però memoria essenziale per il futuro ed è infatti il concetto di permanenza, ciò che sfugge all’istantanea dissolvenza, il nucleo centrale della nuova esposizione del MAXXI L’Aquila, Aferimage, aperta al pubblico da sabato 2 luglio 2022.
L’appendice abruzzese del museo romano dedicato alle arti visive del XXI secolo punta a rafforzare la propria identità con un progetto espositivo nato dalla collaborazione curatoriale di Bartolomeo Pietromarchi, direttore del museo aquilano, e Alessandro Rabottini. L’esposizione si concentra, come suggerito dal titolo scelto, sui temi della memoria e della metamorfosi.
Il titolo della mostra fa riferimento all’illusione ottica conosciuta come afterimage (in italiano “immagine residua”), un fenomeno per cui uno stimolo visivo – come il flash della macchina fotografica, ad esempio – produce un’impressione sulla retina che persiste anche dopo il proprio passaggio. A partire da questa suggestione, la mostra è concepita come un poema visivo che riflette sul coesistere di permanenza e transitorietà come condizione universale, radicata nella natura stessa dell’esistenza umana e dei nostri corpi, nel destino dei manufatti, dei luoghi, dei significati e delle immagini.
«Afterimage è un dialogo a più voci tra passato e presente, realtà e suggestione, immaginazione e ricordo. – Afferma Bartolomeo Pietromarchi – La mostra è nata dalla volontà di riconoscere la specificità de L’Aquila e della sua storia senza trasformare la memoria dell’evento sismico del 2009 in un pretesto narrativo ma, al contrario, di aprire lo sguardo e la riflessione su ciò che sopravvive intorno a noi e che insieme a noi si trasforma». L’esposizione quindi prende l’episodio della catastrofe come espediente di riflessione ulteriori, capaci di superare il tempo e lo spazio, elevandosi a metafisica traccia del contemporaneo.
L’aspetto fondamentale da notare nella costituzione dell’esposizione è l’attento studio degli spazi: Palazzo Ardinghelli viene letteralmente invaso dalle opere degli artisti italiani e stranieri presenti in mostra, democratizzando le architetture e non lasciando spazi di risulta. Il percorso viene ideato per essere fruito in maniera fluida, senza linee guida stringenti che obbligano lo spettatore a un unico circuito. L’elasticità dell’esposizione diviene quindi occasione di riflessione autonoma e stimolo di associazione per i visitatori. Afferma il curatore Alessandro Rabottini: «Per quante cose scompaiono altrettante emergono, e Afterimage è il tentativo poetico di guardare ai momenti di fragilità e di impermanenza che punteggiano le nostre vite, ponendosi in ascolto del senso di potenzialità che essi portano con sé. La mostra è anche un omaggio al contesto che la ospita, un contesto che è tanto spaziale quanto umano, nel desiderio di porre in dialogo tra loro opere che provengono da tempi e luoghi differenti ma che qui possono attivare inediti significati e, speriamo, nuove riflessioni».



Info: https://maxxilaquila.art
Afterimage, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Rabottini
MAXXI L’Aquila
2 luglio 2022 – 19 febbraio 2023
Piazza Santa Maria Paganica, 15, L’Aquila