Ámà: The Gathering Place, il progetto site-specific dell’artista Emeka Ogboh trasforma l’atrio del Gropius Bau in una piazza

Al Gropius Bau un albero ricoperto da piastrelle colorate di tessuto Akwétè, circondato da casse acustiche e piccoli pouf di tesstuto disegnato da grafici e tessitori nigeriani

Una magica istallazione di più di 9 metri sovrasta l’atrio del Gropius Bau. Si tratta dell’opera intitolata Ámà: The Gathering Place dell’artista Emeka Ogboh. Un albero ricoperto da piastrelle colorate di tessuto Akwétè, circondato da casse acustiche a 12 canali e piccoli pouf cubici anch’essi in tessuto tradizionale Akwétè disegnato da grafici e tessitori nigeriani, dove i visitatori possono sedersi. L’Akwétè è una delle tradizioni tessili più antiche e conosciute, con i suoi colori decisi e le sue fantasie accattivanti viene usata soprattutto in occasioni cerimoniali e festive.
Letteralmente “ámà” significa “piazza del paese” nella lingua nigeriana Igbo. La piazza è il centro fisico e simbolico della vita sociale dove si svolgono cerimonie, spettacoli e scambi quotidiani. L’opera trae dunque ispirazione da questi luoghi e il visitatore viene accolto nella “piazza” entrando nel cerchio formato dall’installazione sonora che riproduce canti popolari tradizionali Igbo. Le canzoni parlano di argomenti come: relazioni, successi, speranze e avversità. 

Accolti piacevolmente in uno spazio di tranquillità e condivisione si può riflettere sulla bellezza del sentimento conviviale che accumuna tutti gli esseri umani.  L’assembramento è una zona di contatto, un tema che ha sicuramente toccato tutti in questi ultimi due anni, la sua sacralità viene celebrata in questo spazio che diventa quasi rituale. L’intervento site-specific dell’ artista si inserisce nella galleria interagendo perfettamente con il suo ambiente. Emeka Ogboh si occupa  dello spazio e della memoria sociale che lo attraversa. Il rendering scultoreo di un albero e questa ampia installazione di suoni, sculture e tessuti ricordano il luogo di nascita dell’artista nel sud-est della Nigeria. Collaborando con produttori e cantanti nigeriani, Ogboh ha registrato 12 canzoni popolari Igbo che ha selezionato in base alla loro popolarità e ai collegamenti con la sua memoria d’infanzia. Fin dall’inizio, voleva creare un’installazione multicanale e questo significava che ogni singolo cantante del coro doveva essere registrato separatamente. Ogboh racconta delle sue origini e lo fa attraverso il suo approccio multisensoriale all’interpretazione del luogo. Le canzoni attraverso gli altoparlanti multicanale, viaggiano in modo imprevedibile da una zona all’altra, invitando i visitatori a seguire la musica attraverso l’atrio. La disposizione dei suoni è progettata per non essere mai la stessa due volte, offrendo un’esperienza diversa ad ogni visita.

Fino al 3 luglio
Gropius Bau, Berlino
berlinerfestspiele.de