Dietro agli occhi, un diario di viaggio disegnato sugli sketch book, tra sedili di autobus e tavolini improvvisati

Il graphic novel autoriale pubblicato da Eris edizioni e Progetto Stigma racconta i sei mesi di Darkam tra il sudest asiatico e il Sudamerica

Disegnato sugli sketch book, tra sedili di autobus e tavolini improvvisati, Dietro agli occhi (Eris edizioni e Progetto Stigma, brossurato, 240 pagine a colori, 23 euro) è un diario di viaggio che narra sei mesi trascorsi dalla sua autrice tra il sudest asiatico e il Sudamerica. Un graphic novel autoriale, nel quale Darkam – artista di respiro internazionale con alle spalle due decenni di arte, pittura, tattoo e misticismo – abbandonata Berlino (dove vive), porta avanti il suo costante incedere, lontana da qualsivoglia itinerario turistico, alla ricerca di usanze e tradizioni spirituali tanto arcaiche quanto di pratica odierna: dai tatuaggi alle modificazioni del corpo ai rituali di sospensione di quest’ultimo quale strumento per raggiungere stati di trance. E ancora, l’uso di medicine primordiali come l’Ayahuasca e il Peyote, le dottrine infuse da guardiani spirituali, guaritori sciamani e medium.

Racconta Darkam (all’anagrafe Eugenia Monti): «Dietro agli occhi nasce durante il mio primo, lungo viaggio fuori dall’Europa. Durante le prime settimane mi è stato chiaro che quello che disegnavo avrebbe preso una piega diversa. Questo libro è nato dall’esigenza di metabolizzare tutto ciò che mi succedeva intorno, le realtà così diverse, le persone che incontravo, il clash culturale e tutto il resto, ma anche ciò che accadeva dentro di me. Avevo sottovalutato il potenziale trasformativo di un’esperienza del genere, e nel volume c’è tanto di questo, le lezioni, i viaggi interiori, la meditazione».

Sul backstage del graphic novel, l’autrice – nata a San Marino nel 1985, da oltre dieci anni lavora come artista freelance, tatuatrice, fumettista e illustratrice – precisa: «L’ho disegnato su tre sketchbook, spesso durante le tratte in autobus, barca o treni. Qualche volta avevo un tavolino a disposizione, molto più spesso erano postazioni di fortuna. Di solito scrivevo a matita i testi sulla pagina di sinistra e a destra disegnavo». Non tutte le tavole però erano state chiuse, motivo per cui «una volta rientrata a casa, a Berlino, mi sono trovata a terminarle dalla mia scrivania. Però mi sembrava impossibile lavorare così, non avevo pace, per cui sono andata a disegnare al parco o seduta in qualche bar. Evidentemente questo progetto aveva bisogno di scomodità e caos».

Un progetto che Darkam ha concluso nel 2021 («in tutto, con le varie pause, ci sono voluti tre anni e mezzo»), sviluppato nel corso dei due viaggi. «Durante il primo, io e il mio compagno Beto eravamo alla ricerca delle radici delle pratiche che sono parte del nostro lavoro oggi: il tatuaggio, le modificazioni corporali e le sospensioni. Nel sudest asiatico si tratta spesso di tradizioni antiche che si stanno perdendo o in altri casi di rituali collettivi. Lì ci sono ancora diverse celebrazioni religiose che prevedono l’uso di pratiche fachiriste e perforazioni, come offerta alle divinità e come mezzo per raggiungere stati di trance», circoscrive l’artista. Per poi puntualizzare che, durante il secondo viaggio in Sudamerica «ho scoperto l’importanza dei rituali individuali, e delle antiche cerimonie di guarigione. Attraverso medicine ancestrali come l’Ayahuasca e il Peyote, attraverso gli insegnamenti dei loro guardiani spirituali e poi di curanderos e medium, ma anche grazie alle lezioni delle persone comuni che abbiamo incontrato sul nostro percorso».

Dietro agli occhi nasce da tutto questo: un diario di viaggio spinto dalla necessità di interiorizzare e processare le forti esperienze e gli insegnamenti vissuti, capace di riunire i frammenti del mondo spirituale e artistico di Darkam, che qui viene sviscerato tra fumetto e tatuaggio. «Il primo per me è un lavoro di introspezione, l’esercizio quotidiano del disegno mi serve come mediazione tra ciò che ho dentro e la realtà che mi circonda, serve a comprenderla, a fruirne, a interfacciare le due sfere». Di contro, «il tatuaggio è un lavoro di apertura. Ciò che adoro del tatuare è che si crea una connessione temporanea ma assai intima con la persona. A volte è come portare a galla immagini che hanno già dentro di loro, altre invece si tratta semplicemente di decorare una parte del corpo, e ogni tanto di cambiare un po’ il rapporto che una persona ha con quella determinata parte di sé».

Due spinte opposte, insomma, ma necessarie e che si compensano. Poiché le attività artistiche si nutrono reciprocamente e trovano linfa le une dalle altre. Così come le influenze che hanno “guidato”, in qualche maniera, Darkam nella realizzazione di Dietro gli occhi: «Di certo sono finiti in questo libro l’arte di Leonora Carrington, i testi di alchimia ed ermetismo, il modo di mischiare la magia alla realtà di Alejandro Jodorowsky. E ancora, l’onestà brutale e terapeutica dei fumetti autobiografici di Nicoz Balboa, la capacità di portare il lettore in viaggio di Gregory David Roberts in “Shantaram” e alcuni degli esercizi di meditazione dei libri di Igor Sibaldi. Infine la musica di Dengue Dengue Dengue, Alice Coltrane e Amon Tobin».

Info: www.erisedizioni.org

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