La Fondazione Ermanno Casoli annuncia il vincitore del Premio Ermanno Casoli 2022: è Eugenio Tibaldi

L'artista realizzerà MARSHY, progetto site specific per l'azienda del gruppo Elica, che vedrà coinvolti i dipendenti di tutto il mondo

La Fondazione Ermanno Casoli annuncia il vincitore del Premio Ermanno Casoli 2022: è Eugenio Tibaldi. Nato ad Alba, classe 1977, l’artista realizzerà MARSHY, un progetto site specific per EMC FIME di Castelfidardo (An), azienda del gruppo Elica, e vedrà coinvolti non solo i dipendenti della divisione motori ma anche tutto il mondo. L’opera sarà inaugurata nell’autunno 2022.
Il Premio Ermanno Casoli è concepito come una commissione che la Fondazione affida, di edizione in edizione, a un artista per realizzare un’opera d’arte permanente in un’azienda del gruppo, con la partecipazione attiva delle persone che ci lavorano. Il Premio viene attribuito a quegli artisti che nella loro ricerca mostrano una particolare sensibilità e attenzione ai temi sociali e politici, in cui la relazione e la condivisione del lavoro diventano elementi essenziali della progettazione, prevedendo un periodo più o meno lungo di residenza nelle aziende coinvolte. «Da sempre attratto dalle dinamiche e dalle estetiche marginali, dal complesso rapporto fra economia e paesaggio contemporaneo – spiega Marcello Smarrelli, curatore del Premio – Eugenio Tibaldi, per il progetto MARSHY, porta avanti una ricerca che verte sul concetto e sul ruolo dello scarto nell’economia e nella realtà quotidiana. Il difetto e il conseguente tentativo di miglioramento sono visti dall’artista come parte dell’evoluzione, in una tensione volta al controllo, all’efficienza e alla precisione. Nei progetti che realizza in diverse parti del mondo, teorizza un senso del margine inteso più come condizione mentale che geografica. Attraverso questa pratica l’artista attiva una dinamica processuale che, applicata alla ricerca artistica, fa emergere forme di estetica alternativa alle pratiche tradizionali». Eugenio Tibaldi, nato ad Alba 1977, vive e lavora a Torino. Attraverso lo studio del margine attiva una dinamica processuale che applicata alla ricerca artistica, permette l’emersione di estetiche alternative. Ha lavorato su Istanbul, Napoli, il Cairo, Roma, Salonicco, Berlino, Verona, l’Avana, Bucarest, Torino, Caracas, Bruxelles, Tirana, Addis Abeba. Fra
le esposizioni si ricordano: Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, (2007), Manifesta 7, Bolzano (2008), Museo Madre, Napoli (2010), XII Biennale de L’Avana (2015), Palazzo del Quirinale (2017), IIC new York (2017), Museo MAXXI, Roma (2018), Biennale di Venezia, Padiglione Cuba (2019), Museo del 900 Milano (2019), Galleria Nazionale di Roma (2020). Sue opere sono esposte in istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero.