The Captured House, WeGil ospita l’esposizione collettiva che documenta il conflitto ucraino 

THE CAPTURED HOUSE. ROME: 200 opere di 50 artisti ucraini contemporanei che documentano la guerra in Ucraina e incoraggiano il pubblico internazionale a parlare dell’Europa come della “nostra casa”

Una raccolta di testimonianze, interpretazioni, ricordi, oggetti che conservano ancora il calore dei loro proprietari e non vuole solamente raccontare gli orrori della guerra, ma essere uno “spazio comune” dove reagire. Grazie a un importante intervento architettonico, la Regione Lazio sta restituendo al pubblico nuovi spazi del WeGil. A luglio 2020, sono stati inaugurati nuovi quattro piani del palazzo che ospitano tre poli d’eccellenza della formazione: la Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, ACL– Accademia di Cybersicurezza Lazio e WeGil Food Lab – Accademia del Cibo ARSIAL. Dal 10 giungo 2022, WeGil mette a disposizione i suoi spazi espositivi nel cuore di Trastevere per dare una nuova testimonianza degli orrori che il conflitto ucraino sta portando da mesi alle porte dell’Europa, con la mostra The Captured House

Il titolo della mostra vuole ricordare quel senso di costrizione alla fuga che sta vivendo il popolo ucraino ed è preso in prestito dal libro di Julio Cortázar, Casa Tomada, il cui protagonista è costretto a fuggire dalla propria casa invasa da una forza sconosciuta e da un male incommensurabile. 

«Il compito della mostra The Captured House non è solo quello di informare il pubblico, ma anche quello di immergersi nel clima in cui si trovano oggi gli ucraini. Questo è l’unico modo per capire cosa sta realmente accadendo e perché questa guerra deve essere fermata immediatamente» asserisce Katya Taylor.

Alevtina Kakhidze, Vlada Ralko, Mikhail Ray, Kinder Album, Evgeniy Maloletka, Maks Levin, Hamlet Zinkivskyi, Ihor Husev, Masha Shubina, Zolotar (Oleksiі Zolotariov), Stas Zhalobniuk e Volodymyr Budnikov sono solo alcuni dei nomi presenti in mostra. Dopo l’attacco della Russia, molti di questi artisti sono rimasti a lavorare nelle città di Kiev, Kharkiv, Cherson e Donetsk e le loro opere esposte oggi a Roma hanno visto la luce durante l’invasione. 

Alcuni di loro hanno soggiornato nelle aree critiche del conflitto e hanno iniziato a lavorare immediatamente, mentre altri sono rimasti immobili di fronte alla catastrofe umanitaria, finché non si sono messi al sicuro, sentendo solo allora il bisogno di parlare della guerra, delle loro storie e di quelle degli altri. 

La mostra The Captured House, che ha visto come prima tappa Berlino nella sede dell’Alte Munze Art Center nello scorso maggio e che dopo Roma andrà a Parigi e ad Amsterdam, avvicina il pubblico al popolo ucraino attraverso interpretazioni, simboli e codici culturali immergendo lo spettatore nel tragico momento storico che stiamo vivendo, facendo appello ai valori di pace, giustizia e uguaglianza. 

Info: https://wegil.it/

The Captured House, a cura di Katya Taylor
Dal 10 giungo al 16 giugno 2022
WeGil
Largo Ascianghi, 5, Roma

Articoli correlati