Arte e sostenibilità, da Spazio Taverna dieci artisti per la mostra promossa da CONAI. Giulio Bensasson si aggiudica il primo premio messo in palio dal consorzio

Nell'ambito dell'iniziativa Innovation for Sustainability Summit, Spazio Taverna presenta i selezionati per il Premio CONAI

Sostenibilità è un termine che è sempre più permeato nel nostro vocabolario e un concetto sempre più al centro delle nostre vite. Anche gli artisti nell’ultimo decennio hanno manifestato una maggiore sensibilità rispetto a questioni urgenti nel dibattito mondiale, integrandole nei loro lavori per porsi domande di stretta attualità e per porsi come veicolo di diffusione di visioni nuove e punti di vista laterali. Nell’ambito dell’iniziativa Innovation for Sustainability Summit, organizzata da EIIS (European Institute of Innovation for Sustainability), a Palazzo Taverna viene presentata al pubblico la mostra Arte Circolare, curata da Spazio Taverna e promossa da CONAI, Consorzio nazionale imballaggi, si occupa da 25 anni di tutelare il pianeta riciclando acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, bioplastica e vetro.
Dieci giovani artisti, selezionati da Ludovico Pratesi e Marco Bassan, espongono nei locali di Spazio Taverna una serie di progetti incentrati proprio sui temi al centro del summit: innovazione e sostenibilità ambientale, temi che hanno reinterpretato attraverso personali linguaggi e materiali. Oltre alla mostra, il sostegno agli artisti emergenti da parte di Conai prende forma con il Premio CONAI, alla sua prima edizione, che riguarda l’acquisto per il valore di 5mila euro da parte del consorzio di una delle opere esposte.

Durante l’evento presentato alla stampa il 17 maggio è stato infatti premiato Giulio Bensasson con l’opera Non so dove, non so quando #0478, un’immagine che nasce dal deterioramento di una diapositiva aggredita da muffe e batteri, che l’hanno trasformata in una superficie astratta in cui la fotografia iniziale diventa irriconoscibile. «Quando il tempo prende il sopravvento sulla materia – afferma Bensasson che si aggiudica il riconoscimento – trasformandola e trasfigurandola, ci priva di ogni coordinata, lasciando così libera la nostra mente di ricostruire o reinventare quel ricordo e donandogli la possibilità di diventare una visione futura». Una ricerca che ben si inserisce nel concept del Premio CONAI che vuole sottolineare l’importanza dell’arte nel dibattito contemporaneo sulle sfide dell’ambiente e della sostenibilità. Nelle opere presentate in mostra, difatti, i materiali utilizzati e i temi affrontati rappresentano possibili soluzioni per proporre nuove forme creative legate alle sfide del futuro. «Per raccontare l’economia circolare – ha affermato il presidente CONAI Luca Ruini – abbiamo bisogno di nuovi percorsi e nuove visioni».

Oltre a Giulio Bensasson, gli artisti in mostra da Spazio Taverna fino al 26 maggio sono Marco Emmanuele, che sulle sue tele trasforma i frammenti di vetri colorati in paesaggi luccicanti, Bea Bonafini, che lavora con la ceramica inglobando vetri recuperati dal mare. Ancora Diego Miguel Mirabella che nel suo Terzo viaggio intorno al mondo ha trasferito su un oggetto di riutilizzo, un’amaca, trame decorative provenienti dai suoi molteplici soggiorni, stratificando così, sul materiale, memorie e ricordi. Alice Paltrinieri, invece, propone una serie di mini schermi in cui vengono riprodotte, in loop, forme geometriche che si assemblano in modalità diverse cercando soluzioni di interazione tra loro. Numero Cromatico presenta un mosaico floreale che riporta un testo realizzato da un’intelligenza artificiale, un’elaborazione in grado di fondere arte, scienza, parola, immagine e poesia. Sempre in una riflessione sul digitale si inserisce il lavoro di Lulù Nuti, un’installazione che rimanda alla metamorfosi tra natura e mondo digitale.
Guglielmo Maggini combina invece polimeri plastici generando una forma che ricorda elementi organici decorativi risultati dai processi produttivi industriali. E ancora di forme incerte parla Gianluca Brando che attraverso il calco in gesso di un frammento di carrozzeria porta a una riflessione sulla nostra modernità ridotta a simulacro. Infine Antonio della Guardia propone su una superficie di ardesia esercizi disegnati a gesso per permettere al fruitore di ricucire un rapporto con la natura circostante.

Arte Circolare
Fino al 26 maggio
info: www.spaziotaverna.it

Giulio Bensasson – Non so dove, non so quando #0478