Raimund Girke, l’artista del bianco, in mostra al museo Küppersmühle di Duisburg

In occasione del ventesimo anno dalla morte dell'artista tedesco, una retrospettiva ripercorre i punti salienti della sua carriera

Il museo Küppersmühle di Duisburg in Germania ospita fino al 26 giugno la retrospettiva dedicata a Raimund Girke, conosciuto come l’artista del bianco. L’esposizione del pittore tedesco, dal titolo Klang der Stille (“il suono del silenzio”), è presentata al pubblico in occasione del ventesimo anno dalla sua morte. Centrotrenta opere ripercorrono i punti salienti della carriera dell’artista divenuto famoso per la sua ricerca sul colore bianco da lui definito “la regina dei colori”. La mostra, curata dal direttore del museo Walter Smerling e dalla figlia dell’artista Madeleine Girke, offre uno spaccato sulla ricerca pittorica dell’artista partendo dalla sua prima opera non figurativa del 1953 in cui il colore ha un ruolo di primo piano per poi passare alle opere successive in cui il pittore riduce sempre di più i colori. Da una prima fase influenzata dall’astrazione dell’informale l’artista approda verso la fine degli anni cinquanta a opere da lui definite “Lichterscheinungen” (“apparizioni di luce”), opere in cui il bianco insieme a pochi altri colori svolge un ruolo di primo piano nella resa ritmica della struttura dell’immagine.

Il cuore della mostra è costituito dalle opere degli anni settanta che segnano il suo successo grazie alla sua partecipazione alla Documenta VI di Kassel del 1977. Il protagonista di queste opere è il colore bianco. Talvolta energico, talvolta espressione di quiete, abbaglia in un primo istante lo spettatore. L’artista lo ritenne speciale proprio perché essendo il più vicino alla luce riusciva a trasmettere energia ai suoi dipinti e nello stesso tempo la quiete che ogni meditazione sull’opera d’arte necessita. Le opere esposte esplodono di energia e accecano inizialmente l’osservatore, che facendo fluire questa energia causata dal “colore più vicino alla luce”, inizia pian piano a percepire i vari strati di cui l’opera è composta. Così appaiono le pennellate energiche e la loro direzione, anche se questa cambia spesso verso in maniera inaspettata, creando tensione e movimento. Le opere sono un misto di ordine e imprevedibilità, hanno vita. Anche se la ricerca artistica dell’artista era rivolta alla ricerca di un ordine e una struttura del processo creativo, Girke era convinto che ogni opera d’arte fosse come un essere vivente che si sviluppa quasi in maniera autonoma.

A questa fase dominata dal bianco segue una fase dagli anni novanta in cui il bianco, pur mantenendo un ruolo di primo piano, trae nutrimento dagli altri colori, specialmente il blu e il marrone. Le pennellate sono in questa fase molto visibili e la maggior parte delle volte realizzate dall’alto verso il basso. Un interessante aspetto di questo periodo è il formato delle opere. Questo è infatti a misura d’uomo in modo tale che l’artista potesse dipingere mantenendosi nel suo spazio vitale. Il processo della pittura che stava realizzando gli permetteva di sentirsi tutt’uno con il dipinto che stava creando.

La mostra è promossa dalla Stiftung für Kunst und Kultur e.V. di Bonn con il supporto della ditta Evonik Industries AG.

RAIMUND GIRKE – KLANG DER STILLE
RETROSPEKTIVE
Dal 18 marzo al 26 giugno
Philosophenweg 55, 47051 Duisburg, Germania
museum-kueppersmuehle.de

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