UKRAINE: SHORT STORIES. Contemporary Artists from Ukraine. Al MAXXI la voce e l’opera di 140 artisti ucraini al tempo di una guerra che dura da otto anni

Una mostra monumentale al MAXXI di Roma definisce lo stato della scena artistica ucraina. Ce ne parla la curatrice Solomia Savchuk, Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev

Roma

Inevitabilmente accade sempre che gli eventi storici – catastrofici, profizi o solamente determinanti – siano capaci di condurci singolarmente ad un confronto, seppure astratto, con ciò che siamo concretamente tutti i giorni. L’urgenza della questione ucraina, ormai a settimane di distanza dalla violenta invasione russa, è diventato il focus anche del dibattito artistico internazionale. A Roma il MAXXI ha deciso di inaugurare la stagione espositiva 2022, con una mostra che dà voce ad artiste e artisti ucraini e alle loro storie personali. UKRAINE: SHORT STORIES. Contemporary Artists from Ukraine ha aperto il 9 marzo alla presenza di Dario Franceschini e Giovanna Melandri, realizzata in collaborazione con Fondazione Imago Mundi grazie alla sua preziosa collezione di opere internazionali. 

Nata già nel 2014, anno cruciale della Rivoluzione ucraina e dello scoppio delle ostilità con la Russia, la mostra raccoglie i lavori di 140 artisti giovani ed emergenti insieme ad autori già affermati presenti nei più importanti musei e gallerie del mondo. A legarli, oltre che la storia del loro paese, un vincolo ‘tecnico’: il formato 10×12 cm che caratterizza tutte le opere dell’ Imago Mundi Collection.

Courtesy MAXXI

Ospitata nell’ala Corner del MAXXI fino al 3 aprile, UKRAINE: SHORT STORIES palesa fin da subito, all’ingresso, l’allestimento particolarmente felice, considerato il limitato spazio espositivo della sala: le opere sono collocate su di una struttura costituita da due parallelepipedi contigui disposti a mo’ di libro, sulle cui superfici maggiori si estende una griglia geometrica nei cui vani quadrati sono posizionate le opere. La sensazione è letteralmente, quella di sfogliare le pagine di racconti diversi ma all’interno dello stesso volume; una comunità artistica nella differenza. Ogni artista si confronta col supporto mediante il suo personale linguaggio, depositando sulla piccola ‘tela’ un pezzetto di storia. Ciascuna è disposta nel suo luogo sulla superficie della griglia che riproposta nuovamente sulla parete di fondo dello spazio, questa volta nelle vesti di motivo murario, ribadisce maggiormente, mediante l’ausilio concreto della scrittura, proprio alcune delle piccole-grandi storie evocate dalle miniature.

Come quella di Alevtina Kakhidze che ha tradotto artisticamente gli eventi vissuti dalla sua famiglia: scopriamo la storia della madre, che vive nella città occupata di Ždanivka, nel Donetsk, con la quale parla al cellulare ogni giorno, appuntandosi tutto ciò che lei le racconta: problemi quotidiani, donne al mercato di Ždanivka, vicini di casa diventati separatisti, granate che hanno cancellato vite umane. «Alevtina crede che queste conversazioni le diano l’opportunità di vivere la guerra insieme alla madre e di rifletterla nel proprio lavoro» (dal catalogo della mostra). 

UKRAINE: SHORT STORIES è curata da Solomia Savchuk, Head of Contemporary Art al Mystetskyi Arsenal di Kiev. Malgrado le difficoltà e seppure a distanza, siamo riusciti ad intervistarla, ci ha raccontato della nascita di UKRAINE: SHORT STORIES, della situazione culturale e artistica in Ucraina dal 2013, di un futuro possibile per tutti gli artisti e i curatori che al momento, hanno dovuto abbandonare l’arte, il proprio lavoro, nel proprio paese.

Courtesy MAXXI

UKRAINE: SHORT STORIES al MAXXI è una mostra ideata nel 2014, l’anno della Rivoluzione ucraina. Come è nata la mostra e qual era il contesto artistico e culturale di allora?

Nel 2014 sono stata invitata a scegliere la serie di opere ucraine per la collezione Imago Mundi. Allora era un punto di svolta per l’Ucraina, il tempo della ‘Revolution of Dignity’, cominciata nel novembre 2013, inizio dell’occupazione temporanea della Crimea da parte della Russia e inizio della guerra nel Donbas. Naturalmente, gli artisti non poterono stare lontani da questi eventi drammatici. Ma questo vale non solo per Short Stories. Se parliamo dell’arte ucraina di quel periodo, vale la pena citare i cambiamenti che cominciarono a verificarsi all’inizio del 2013, l’anno che divise il decennio in due parti. Mentre il corso degli eventi andava avanti per inerzia e noncurante, emergevano nuovi elementi. Prima di tutto, vale la pena menzionare la previsione artistica di accadimenti che poi si verificarono realmente. Ci sono molti esempi del genere ma mi concentrerò sul lavoro dei protagonisti di Short Stories. All’inizio dell’autunno 2013, ha avuto luogo presso la Galleria Dymchuk di Kiev la mostra di Vasyl Tsagolov. L’artista ha esposto una serie di dipinti uniti sotto il titolo Ghost of the Revolution. Tra quelli presentati in questa mostra, attenzione speciale è stata attirata dalla serie Critical Degree cheraffigurava la dispersione della manifestazione con la tecnica del collage, e Molotov Cocktail, impregnata con un manifesto di protesta. Durante una manifestazione all’aperto sull’isola di Biryuchy, nell’estate del 2013, Maxim Mamsikov ha creato la serie di dipinti Beach, in cui ha raffigurato una rilassante vacanza in famiglia sulla spiaggia. Tuttavia nonostante il totale idillio sullo sfondo, un uomo verde in mimetica militare senza segni di riconoscimento, ripiega il suo grande paracadute – come una sorta di ‘memoria futura’ alla vigilia dell’occupazione della Crimea. Il pannello in rilievo in bianco e nero di Roman Minin Plan of Escape from Donetsk Oblast è stato esposto appena poco prima dell’inizio del flusso di immigrati dalle oblast di Donetsk e Luhansk. Serhiy Petliuk ha creato la video installazione Dreams of Europe, basata sulla combinazione di proiezioni video su cuscini e materassi per dormire e su di una cacofonia di dialoghi. Questo rappresenta un tentativo di affrontare l’ idea di futuro europeo dell’Ucraina insito nella sua coscienza collettiva. Come una previsione dello stato d’animo della società, questo lavoro è diventato letteralmente profetico. L’Ucraina ha dovuto lottare e soffrire per il suo sogno: la Revolution of Dignity è scaturita dalla riluttanza delle autorità a muoversi in favore dell’associazione con l’UE. Era anche un periodo di polarizzazione della società, instabilità, crisi in quasi tutti i settori, che ha influenzato l’emergere di nuovi temi, nuove immagini, nuove questioni creative e nuove prospettive.

Come è stato possibile riunire 140 artisti in una sola mostra?

Come è noto questa brillante idea è merito della Fondazione Imago Mundi. Il formato proposto della tela 10 x 12 cm crea per gli artisti molte opportunità creative e di esposizione. Ho lavorato al progetto per due anni e posso dire che è stata un’esperienza professionale estremamente emozionante. Per alcuni degli artisti è stata una sorta di sfida, soprattutto per coloro che lavoravano con il grande formato. Inoltre interessante è stata anche la ricerca per chi usava linguaggi diversi dalla pittura. Il progetto è diventato un campo di sperimentazione e di nuove opportunità. 

Courtesy MAXXI

Le opere sono tutte diverse tra loro, anche se sono legate dallo stesso tipo di formato. La diversità è evidente ma allo stesso tempo si ha l’impressione di ascoltare un unico coro di voci…

Il quadro iniziale del progetto prevedeva solo il piccolissimo formato. Per rendere più agevole questa condizione, ho suggerito agli artisti di attenersi alla loro usuale ricerca artistica e a quei temi che sviluppavano nelle loro pratiche. Questo ha permesso loro di implementare naturalmente il lavoro sul piano creativo e a me come curatore di comprendere al meglio il risultato visivo del progetto. La linea comune che vedo è questa: un formato, storie diverse che possono essere rese in modi diversi, un’immagine complessiva. 

Come è cambiata la scena artistica e culturale dal 2014 ad oggi, poco prima dell’inizio della guerra?

Devo dire che la guerra è iniziata 8 anni fa. La Russia ha nutrito, finanziato e armato i terroristi nel Donbas, ha condotto una guerra di informazione attraverso i media, ha distribuito passaporti ai civili. Molti residenti di queste zone sono stati costretti a migrare verso l’ovest del paese. Nonostante questo, in Ucraina sono state lanciate una serie di iniziative statali nel settore culturale che non avevano precedenti prima. Vale la pena menzionare le attività della Fondazione Culturale Ucraina istituita nel 2017 per promuovere lo sviluppo della cultura e dell’arte nel paese. Solo per tre stagioni di attività della Fondazione, abbiamo visto un gran numero di progetti di alta qualità: letterari, musicali, teatrali, museali e visivi. Lo sviluppo del cinema ucraino era in crescita. Tutti possono constatarlo in alcuni esempi: Bad Roads di Nataliia Vorozhbyt, Stop – Zemlia di Kateryna Gornostai, Blue as an Orange di Iryna Tsilyk. 

Come in tutto il mondo, la pandemia causata dal Covid ha certamente dato vita ad adattamenti, trasferendo molto nell’online. Ma in generale, la quantità e la qualità dei contenuti in Ucraina prima della piena invasione russa, testimonia i processi estremamente attivi sia nelle arti visive che nella cultura in generale.  

Quale futuro vedi per l’arte in Ucraina? Che ruolo può avere l’arte in questo momento – ammesso che ce ne sia uno – ?

La cultura è oggi una delle nostre armi, e il fronte culturale non è meno importante di quello militare. Ora è necessario raccontare l’Ucraina con il linguaggio dell’arte affinché il mondo senta la nostra voce, la nostra storia. Tuttavia, in Ucraina ora tutto è esclusivamente bianco e nero. Gli artisti sono impegnati in attività di volontariato, coinvolti in unità di difesa territoriale e sono in prima linea in questa guerra. Molte donne artiste hanno già lasciato il paese per salvare i loro figli dai bombardamenti. E voglio ringraziare tutti coloro che qui in Europa hanno l’opportunità di aiutarli in queste difficili circostanze. Gli ucraini stanno combattendo tutti e con tutti i mezzi possibili, aspettiamo la vittoria che darà al nostro popolo la possibilità di tornare nelle proprie case, di ricostruire il nostro paese e continuare a fare arte.

INFO: https://www.maxxi.art/events/ukraine-short-stories/
UKRAINE: SHORT STORIES
10 marzo 2022 > 03 aprile 2022
MAXXI
Via Guido Reni, 4a, Roma