Fighting Words di Silvia Giambrone inaugura alla Prometeo Gallery Ida Pisani

Dal 22 Marzo inaugura Fighting Words la prima personale di Silvia Giambrone, a Milano alla Prometeo Gallery Ida Pisani

La Prometeo Gallery Ida Pisani presenta la prima personale di Silvia Giambrone, Fighting Words fino al 6 Maggio 2022. Classe 1981, l’artista di Agrigento è una militante femminista che incentra la sua ricerca sulle forme sotterranee di assoggettamento. Indaga l’abuso e lo stupro domestico, problema intrinseco ancora oggi nel nostro tessuto sociale attraverso mezzi espositivi tra cui video, performance, fotografia, ricamo e scultura, rompendo i tabù che vivono all’interno della violenza domestica.

Lo stupro è un’esercizio di potere, il trionfo sulle donne tramite la violenza è infatti sempre stato sintomo di vittoria e forza militare, come ci insegna la storia «Lo stupro è la forma di violenza più temuta dalle donne: dall’adolescenza alla tarda età, ogni essere umano di sesso femminile vive con questa paura.

Rientrare a casa la notte, attraversare un parcheggio al buio, trovarsi nello scompartimento di un treno da sole o chiuse in un ascensore con un uomo dall’aspetto poco rassicurante: tutte queste situazioni sono potenzialmente pericolose e le donne ne sono pienamente consapevoli, così come sanno benissimo che le frasi “se l’è cercata”, “era ubriaca” o “quella gonna era troppo corta” restano purtroppo armi efficaci per depotenziare le loro accuse. Un pensiero comune è che gli stupri siano per lo più commessi da estranei, ma in realtà la maggior parte di essi avviene nelle cosiddette “cerchie interne”; il responsabile è più spesso una persona conosciuta: un amico, un collega, un famigliare, un partner o un ex-partner» scrive Paola Ugolini.

Silvia Giambrone vuole scoperchiare i fragili equilibri che regolano i rapporti di forza e potere all’interno del nucleo familiare, sviscerare l’addomesticamento alla violenza, indagarne la grammatica sociale e il funzionamento per far emergere che la pulsione ad assoggettare gli altri è così socialmente accettata da non renderci capace nemmeno di accorgercene.

Le Security Blankets, sono delle coperte da culla color rosa, decorate con i personaggi di Alice nel Paese delle Meraviglie, ricamate con frasi tratte da un manuale di sopravvivenza in cui vengono spiegate le metodologie per fermare un’aggressione sessuale.

«In caso di stupro di gruppo ricorda che uno della banda potrebbe diventare un tuo alleato. Cerca di capire chi è il più arrogante e il più sicuro di sé e prova a portarlo dalla tua parte»

«La tua borsa è un’armeria. Usa la lima per le unghie, le chiavi, le penne a sfera, il pettine e la lacca»

«Utilizza le estremità contundenti del tuo corpo: testa, gomiti, pugni, piedi. Mordi tutto quello che è a portata dei tuoi denti: strappa orecchie, bocca, naso”, “Urina, defeca, vomita. Se ti è possibile»

Queste sono solo alcune delle frasi ricamate sopra le copertine, parole brutali e senza filtri, crude perchè quando si tratta di salvasi non esistono mezzi termini. Riemergono allora le verità nascoste, i tabù, rompono il silenzio facendo emergere verità tanto scomode quanto nascoste ma necessarie, nello slancio coraggioso di pronunciarle, per superare quella stessa violenza che le ha generate.

Un’altra opera in mostra sarà TRAUM. Attraverso un video l’artista mette in luce la violenza dal punto di vista di chi la subisce, di chi è sopravvissuto all’abuso. Traumi che creano complicazioni nel funzionamento della mente e del corpo, come emerge dagli ultimi studi delle neuroscienze. Nel video non vengono affrontate solo le tematiche riguardanti l’episodio dell’abuso ma anche le risonanze che questo ha sull’esistenza di chi lo subisce.
Racconta la storia di qualcuno che non combatte solo contro le proprie memorie traumatiche ma anche con il peso che queste assumono durante la vita della vittima.

«Il trauma confina, isola e imprigiona l’individuo in una bolla di surrealtà. Uscire da quell’isolamento è, dunque, una vera e propria lotta contro un nemico interiorizzato. La dimensione performativa è necessaria perché il pubblico, agendo da testimone della violenza, ne certifica l’esistenza»

Opening: 22/03/2022 dalle ore 18.00 alle ore 21.00