Spazi metafisici raccontano l’illusione della rappresentazione, così reale, così digitale
DA INSIDEART #117
In Teresa Giannico l’arte non è a senso unico e le sue opere non sono rappresentative di una sola tecnica ma caratterizzate da sfaccettature che si fondono dando vita a progetti carichi di personalità e spinta comunicativa. Il percorso di crescita dell’artista ne sottolinea la poliedricità visionaria, aspetto di chi ha uno sguardo libero da preconcetti stilistici.
Laurea in arti figurative all’Accademia di Belle Arti di Bari, si specializza in disegno e pittura ma allo stesso tempo si dedica alla scenografia, al teatro e in seguito alla fotografia. Frequenta il Master in photography and visual design alla Naba e lavora come assistente dei fotografi Paolo Ventura e Toni Thorimbert. Formazione grazie alla quale ottiene una partecipazione a Plat(t)form 2015 al Fotomuseum di Winterthur in Svizzera, al Fotopub Festival a Novo Mesto, Slovenia e a Circulation(s), Parigi. Finalista al Premio Francesco Fabbri con la serie di opere intitolata Lay Out, espone quest’ultima nella mostra collettiva Sulla Nuova Fotografia Italiana a Via saterna, Milano.
In discussione il concetto di valore documentario della fotografia, che l’artista mette in pratica attraverso un processo di ricomposizione della realtà. Le sue opere sono il frutto di una serie di passaggi, una vera e propria stratificazione artistica che si sedimenta in seguito alla decantazione degli step attuativi. I soggetti sono ricercati su internet, stampati, montati su cartone, disposti in un diorama, fotografati e stampati nuovamente in piccolo e grandi dimensioni.
Non si tratta di una perfetta macchina illusionistica ma la prospettiva si mostra decisa a regalare una reale illusione della rappresentazione. Ricerca8 è profondamente legato a Lay Out e racconta un mondo con la fotografia descrittiva che lavora vicino all’idea di pittura. Gli interni della serie sono spazi immaginari in cui, oggetti del quotidiano, come bottiglie, tappeti e sedie, vengono selezionati, catalogati e raccolti negli anni in un vasto catalogo classificato per tipologie. Gli elementi non hanno una connessione precisa fra di loro, ma obbediscono ai diktat di composizione.
«Quando ho iniziato a lavorare a Ricerca8 – spiega Teresa Giannico – avevo nostalgia della pittura, così ho ripreso a disegna- re schizzando degli ambienti immaginari e sistemandoci all’interno forme e colori, senza preoccuparmi di una lo- gica precisa, ma col puro piacere di comporre un’immagine». La sovrapposizione è una caratteristica presente in tutta la sua produzione, basti osservare il rapporto tra Ricer- ca8 e Lay Out. Quest’ultima, più remota, riproduce interni reali presi da annunci pubblicati online e crea una magica relazione tra la sfera privata e la vetrina pubblica dello spazio digitale.
Ricerca8 si ricollega alla giustapposizione pittorica dove gli oggetti sembrano sospesi nel mistero, comunicano una presenza umana, ma questa non compare mai, se non filtrata attraverso la rappresentazione,”con le foto realizzate per Ricerca8 – spiega Teresa Giannico – non voglio raccontare una storia con un linguaggio criptico, piuttosto posso dire che mi interessa parlare dell’immagine stessa e della sua struttura, voglio interrogare chi guarda su cosa sta guardando e non su una narrazione».