Jeff Koons perde in giudizio. Il tribunale di Milano conferma l’autenticità di un’opera dell’artista a favore di un collezionista italiano

Nonostante l’inarrestabile successo, neppure Jeff Koons è infallibile. L’artista americano è infatti reduce da una fragorosa sconfitta di fronte al tribunale di Milano dopo la disputa con un assicuratore italiano a proposito dell’originalità di una sua opera. 

Koons

Una scultura raffigurante due serpenti è infatti l’oggetto del contendere. I due rettili, raffigurati con i peculiari tratti cartooneschi dell’estetica Koonsiana, indossano un papillon e con i loro occhi gialli e stralunati suscitano l’ilarità dell’osservatore. I manufatti in ceramica fanno parte dei una serie di sculture creata dal produttore milanese Fidia S.n.c. per la mostra Banality del 1988 di Jeff Koons a Colonia. L’attuale proprietario compra la versione ancora oggi tra le sue mani in un mercato dell’usato, nel 1991, in un momento storico in cui Jeff Koons non gode ancora dell’incredibile fama che oggi invece lo contraddistingue.

Il proprietario, convinto dell’autenticità dell’opera, porta Koons di fronte al giudice, deciso a non cedere di un passo sulla sua posizione. La decisione finale presa dal tribunale da torto all’ex broker di wall street e invece favorisce l’attuale proprietario che si trova tra le mani un manufatto dal valore incredibile.

Jeff Koons, Serpents (1988). Courtesy of Christie’s

Koons ha iniziato la battaglia legale nel 1997 dopo che il collezionista aveva messo l’opera all’asta da Christie’s New York, bloccando la vendita e presentando alla Corte Distrettuale del Sud di New York la richiesta che l’opera fosse falsa. Tuttavia, Koons ha rielabora la sua versione nel momento in cui viene interrogato durante il processo, dicendo che, mentre l’opera era stata effettivamente esposta a Colonia, questa era un prototipo difettoso e avrebbe dovuto essere distrutto.

Il caso riemerge in Italia nel 2014, quando un gallerista milanese mostra interesse nell’acquisto dell’opera e chiede a Koons di verificarne l’autenticità. Dopo che l’artista ha detto che si trattava di un prototipo, il collezionista chiede un risarcimento per la vendita persa. Koons, a sua volta, chiede al collezionista di pagare un risarcimento di 8 milioni di euro, il valore medio delle opere del gruppo Serpents. Il tribunale ha concluso che questa affermazione era infondata, concludendo che l’opera era un Koons autorizzato e autentico.