A Miami l’installazione di Sonic Insurgency Research Group: atti di audacità sonica contro l’invisibile quiete del sistema

Tra gli eventi del mese da non perdere a Miami è l’opera immersiva del collettivo SIRG al Locust project nel cuore del celebre Design district

C’è un bellissimo posto a Miami nel cuore del celebre Design district, dove le gallerie blue chip si contendono lo spazio con le boutique più blasonate al mondo. Fondato nel 1998, Locust project  è un incubatore di arte sperimentale attivo con residenze artistiche e nuove pratiche curatoriali. L’evento del mese è l’installazione immersiva di Sonic Insurgency Research Group (SIRG). Fondato da Josh Rios, Anthony Romero e Matt Joint. Il collettivo esamina la relazione tra suono e silenzio come forma di controllo sociale. La loro pratica di attivismo politico si focalizza sul modo in cui il suono è regolamentato per mantenere l’autorità sulle comunità marginalizzate, decidendo quali esperienze auditive sono accettabili e quali sono da considerare antagoniste. Le performance di SIRG sono atti di audacità sonica ed esplorano il ruolo che suono e rumore giocano nell’amplificare le dinamiche del consenso culturale e del potere sociale. Il fuoco è posto sull’estetica dell’eccesso (in relazione con l’eccesso di volume), la gentrificazione (come la trasformazione dei quartieri popolari in zone abitative di pregio impatta sulla diaspora culturale afroamericana e centroamericana), il transcolonialismo e l’emigrazione. Miami è il perfetto epicentro delle pratiche di destabilizzazione sonora: è un crocevia geopolitico di rotte tra i Caraibi, l’America latina e il continente africano che crea uno spazio sonico radicale contro l’invisibilità della quiete voluta dal sistema.


L’installazione consiste in una piattaforma sculturale di ascolto, dove quattro speakers direzionali diffondono un collage di frammenti sonori che provengono da broadcast locali, per lo più stazioni pirata, e che include trasmissioni radiofoniche, brani di conversazione, mix musicali. La trascrizione integrale di tutti i dialoghi è raccolta in un citational script distribuito all’ingresso. L’overture è affidata alle note di un tlapitzalli (un flauto in terracotta tipico delle civiltà mesoamericane) che aleggiano sulle onde dell’oceano. Più avanti, suoni di sintesi modulare e campionamenti a bassa frequenza dilagano nel campo sonoro, punteggiando i dialoghi. Segue un’intervista a SIRG via zoom; i lavoratori edili di un grande condo in Wynwood (il celebre quartiere dei murales che è il più famoso museo a cielo aperto del mondo, oggi caso emblematico di gentrificazione massiva) si urlano l’un l’altro tra il frastuono dei martelli pneumatici; una drag queen fa la sua performance a Miami Beach; qualcuno recita ordinanze pubbliche in materia di disturbo della quiete. 

Sotto la pedana, transenne da cantiere sostengono manifesti rabberciati in più punti. Ogni manifesto è un’ordinanza che intima le regole in materia di rumore, ed è associato a una etichetta discografica indipendente di genere hip-hop e bass/electro, che fa pratica di resistenza attiva (e rumorosa) al sistema. Dalla mostra si emerge con una struggente nostalgia di silenzio, che è la merce più rara a Miami, malgrado ogni ordinanza.

Locust project, Miami
Fino al 09 Aprile, 2022




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