
Torna a Roma, questa volta alla Gagosian, Pat Steir. Dopo l’esposizione del 2003 alla Galleria Nazionale d’arte moderna e la mostra del 2014 alla Galleria Alessandra Bonomo in compagnia di David Tremlett, l’artista di Newark torna a incantare la capitale. “È molto difficile – scrive l’artista in occasione della personale alla Gagosian – descrivere il mio lavoro come concettuale, ma lo è, perché ho impostato una serie di limiti prima di iniziare, e poi lavoro in base a tali limiti”. Dal 10 Marzo fino al 17 Maggio 2022, il pubblico ha l’occasione di apprezzare le opere di una delle protagoniste della scena Newyorkese degli anni ‘70 che è riuscita ad abbinare alla filosofia dell’estremo oriente un approccio dinamico e performativo. L’esplorazione dei limiti e dei confini nella struttura compositiva di un’opera sono al centro della ricerca dell’artista che si
orienta tra caso e strategia compositiva in un approccio libero e dinamico. Ad oggi Pat Stair indaga l’improvvisazione e l’intenzione della struttura pittorica, tra movimento intenzionale e non intenzionale. La mostra Paintings presentata dal Gagosian ci invita dentro un viaggio tra le sue recenti opere che indagano il colore, a partire dal progetto Color Wheel (2019), trenta dipinti su tele di grande formato commissionati nel 2019 dall’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden a Washington, fino ad arrivare ai lavori che mettono al centro l’uso del bianco e del nero. In queste ultime tele lo spettatore è proiettato tra movimento e luce, ritmo e punteggiature da un solo intervallo lineare. La mostra include l’esposizione di due tele policrome: qui ancora una volta protagonista assoluto, il colore evoca coscienziosamente condizioni di luce stagionale in armonie tra l’arancio, il blu, il rosso e la lavanda oppure tramite bande luminose e strati multicolori.