Tierra de Nadie, alla Galleria Continua di Parigi la performance di Carlos Martiel

Sabato 19 febbraio alla Galleria Continua Carlos Martiel ha presentato al pubblico Tierra de Nadie, una performance artistica, a cura di Laura Salas Redondo, che mette in scena, senza mezzi termini, la situazione del suo continente natale, Martiel, laureato nel 2009 alla National Academy of Fine Arts San Alejandro all’Avana, utilizza come materiale primo dell’arte i sentimenti e le sensazioni umane. Con la performance del 19 febbraio, senza alcun dubbio, è riuscito a muovere la sfera emotiva di ogni singolo spettatore. Il suo corpo, nudo, vulnerabile, esposto, si rende simbolo della sofferenza di una terra, dominata e sfruttata e, spesso, dimenticata.

L’impatto visivo è forte quanto quello emotivo, un corpo, giovane e muscoloso, viene perforato da bandiere volte a segnalare dominazione e sottomissione. L’artista è impassibile, il suo sguardo vuoto, privo di dolore, mette in crisi lo spettatore, facendolo riflettere sul luogo che quotidianamente occupa nella società. Il pubblico osserva da quel luogo la performance, da una posizione privilegiata: ben vestiti, nella capitale francese della cultura, fotografano la sofferenza di un uomo che mette in scena un dolore, usato come simbolo di una materia collettiva. Così, l’opera di Carlos Martiel propone la fisicità per innalzare le lotte del corpo nero, con l’aiuto di simboli che riflettono un razzismo sistematizzato, normalizzato dalla cultura occidentale. Sottolinea e amplifica situazioni sociali, spesso vissute come fossero momenti astratti, in particolare da coloro che non sono esplicitamente coinvolti. Lo strumento che l’artista utilizza è il suo corpo, portandolo al di là di ciò che è socialmente accettato, rendendolo il protagonista della performance, mezzo per esprimere difficili situazioni politiche, sociali ed economiche, di cui vengono sottolineate le contraddizioni, la cattiveria e la crudeltà. L’artista denuncia una storia attraversata dal colonialismo, da abusi e sfruttamenti, e, allo stesso tempo, si rivolge agli spettatori, comuni cittadini, ed alla loro indifferenza. L’indifferenza è il simbolo del nostro privilegio, che ci rendiamo conto, davanti a questa opera d’arte, di sfruttare quotidianamente, senza neanche esserne pienamente consapevoli. Davanti a questa performance non si può sfuggire ad una presa di coscienza della violenza che attraversa la storia di alcuni popoli. Il corpo dell’artista, a partire da memorie personali, diventa simbolo universale di un peso che intere generazioni hanno dovuto subire.

“Con la performance esploro la mia vulnerabilità e al contempo approfondisco e rivelo quella degli altri”, ha affermato Carlos Martiel, in un’intervista di qualche anno fa. Di questo possiamo essere certi: nella performance alla Galleria Continua, la vulnerabilità dell’artista è ben esplicita e quella degli spettatori, provocatoriamente esposta.

Info: www.galleriacontinua.com

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