Al MEET di Milano il viaggio immersivo di Giuliana Cunéaz tra new media art e nanotecnologie

Il MEET Digital Culture Center | Fondazione Cariplo, centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale di Milano, si prepara per ospitare un nuovo progetto firmato dall’artista aostana Giuliana Cunéaz. l’esposizione segue la grande esibizione che ha visto protagonista Refik Anadol, che per il MEET ha realizzato l’installazione video Renaissance Dream, di cui abbiamo parlato in Insideart #123. La nuova mostra, dal titolo C’è tanto spazio laggiù in fondo ha uno sviluppo coerente con l’identità del Digital Culture Center, luogo dove le tecnologie più all’avanguardia si prestano al servizio della poetica e della bellezza dell’arte. Il percorso immersivo ideato dall’artista, la cui inaugurazione è prevista per il 1 marzo 2022, esplora infatti le possibilità creative che emergono dall’intersezione tra arte, scienza e tecnologia e prende spunto dal titolo della conferenza pronunciata nel 1959 dal fisico americano Richard Feynman al Caltech (California Institute of Technology) di Pasadena There’s Plenty of Room at the Bottom, divenuta celebre per le intuizioni geniali e visionarie sulle potenzialità delle nanotecnologie. 

Courtesy Giuliana Cunéaz

Avanguardistica esploratrice della New Media Art, dal 2004 Giuliana Cunéaz utilizza il 3D in opere dove gli elementi tratti dalla scienza e della nanoscienza creano mondi virtuali che interagiscono con i dati naturali. Migrazione, disgregazione e ricomposizione appaiono caratteristiche intrinseche del suo lavoro. Sono le forme a contenere la memoria e ad avvicendarsi per dare vita a un flusso spontaneo che spazia dalle nanostrutture al macrocosmo. «Nel nanomondo si possono osservare forme straordinarie e imprevedibili come simmetrie cristalline, delicati orditi, strutture geometriche o immagini naturalistiche – spiega Giuliana Cunéaz – Mi piace pensare che in ogni microgrammo di materia sia contenuta tutta la complessità dell’universo e immedesimarmi nell’improbabile sogno di un atomo»

La ricerca dell’artista prende piede dall’osservazione dell’invisibile, di ciò che all’occhio umano non è dato contemplare. La scienza ci dona oggi la possibilità di scandagliare fondali il cui accesso è stato sempre negato. Cunéaz osserva il trasformarsi di queste infinitamente piccole porzioni di mondo e le rielabora contaminando lo strumento digitale con l’analogico. Scultura, pittura e video installazioni plasmano un immaginario inedito, un paesaggio simulato in cui la natura, mai veramente rappresentata, porge il suo volto sintetico che perde l’esigenza della ricerca della mimesi. 

Courtesy Giuliana Cunèaz

L’esposizione al MEET è articolata in tre gallery e culmina in un’Immersive Room attraverso un percorso che presenta una serie di lavori in grado di delineare le fasi salienti della ricerca sviluppata dall’artista nell’ultimo decennio. Un percorso lungo dalla complessa gestazione che vede l’artista affiancata da un team di tecnici e professionisti del digitale pronti a mettere le proprie competenze a servizio della creatività. 

Il progetto espositivo vede il suo culmine nella Immersive Room del MEET dedicata a I Cercatori di Luce, un’opera in 3D di mixed media art che sintetizza i linguaggi di cinema, danza, teatro e performance. L’artista ha creato il proprio metaverso trasformando ogni ambiente in un’esperienza olistica e dando vita a immagini di nanomondi: il paesaggio nanomolecolare diventa lo scenario nell’ambito del quale attori, ballerini e performer compiono azioni tese a modificare il contesto. 

Courtesy Giuliana Cunéaz

L’opera rappresenta lo strumento per interrogarsi sul nostro stare al mondo di fronte ad un sistema dove la sostenibilità ambientale è stata messa in grave pericolo. Si crea, dunque, un grande affresco sul potere rigenerativo della natura attraverso il lento percorso che conduce dalle tenebre alla luce.

«Attualmente – afferma Maria Grazia Mattei, presidente del MEET – stiamo assistendo al forte impatto che hanno sull’arte le evoluzioni della scienza e il linguaggio digitale attraverso cui è possibile dare forma a un immaginario creativo capace di emozionare e trasmettere un senso di scoperta e di meraviglia. Giuliana Cunéaz si pone in relazione artistica con il digitale utilizzando gli strumenti tecnologici più avanzati, osservando le dimensioni della scienza e restituendoci un’interpretazione personale con un’opera profondamente evocativa»

Info: https://www.meetcenter.it/it/home-page/

C’è tanto spazio laggiù in fondo, Giuliana Cunéaz
2 marzo 2022 – 2 aprile 2022 (Inaugurazione 1 marzo 2022, ore 15)
MEET Digital Culture Center
Viale Vittorio Veneto, 2, Milano