Frieze Los Angeles ritorna in grande stile. Dopo aver saltato il 2021 e aver attraversato, come gran parte delle fiere internazionali, eventi online e rassegne digitali, la fiera della West Coast apre nuovamente le porte al pubblico in presenza per la sua terza edizione. Un volto rinnovato, grazie a una direttrice fresca di nomina, Christine Messineo e una nuova location, in un tendone al chiuso adiacente al Beverly Hilton per presentare gli artisti di oltre 100 gallerie da tutto il mondo. «C’è un bisogno psicologico – artsy riporta le parole di Massimo De Carlo, fondatore dell’omonima galleria con sede a Milano, Londra e Hong Kong – di lasciarci alle spalle gli ultimi 24 mesi. Almeno questo è quello che vedo in Italia e in generale in Europa, quindi mi aspetto di vedere la stessa cosa in California». E le aspettative sono tante quest’anno, i galleristi, non a caso, presentano pezzi ambiziosi, come la presentazione da parte di Gagosian di Dreamer’s Folly (2010) di Chris Burden, l’unica opera nello stand della galleria e la prima volta che verrà esposta negli Stati Uniti. Mentre Massimo De Carlo dedica il suo stand a McArthur Binion, Brian Rochefort, and Rob Pruitt. Ci si aspetta un pubblico internazionale, non solo statunitense e un collezionismo nuovo. Alcune gallerie si erano dette particolarmente entusiaste del nuovo gruppo di collezionisti che aveva fatto capolino dopo l’ultimo Frieze L.A.: acquirenti più giovani che lavorano nel campo della tecnologia, recentemente interessati ad acquistare da gallerie affermate. Oltre ai classici stand, la fiera presenta una sezione, Projects, che include opere di grandi dimensioni, fuori e dentro la fiera e Focus, a cura di Amanda Hunt, dedicata a spazi con sede a Los Angeles di età pari o inferiore ai 15 anni.
giovedì 17 febbraio – domenica 20 febbraio