Cyclopedia exotica, mitologia e attualità nel nuovo graphic novel di Aminder Dhaliwal

Secondo il mito raccontato da Esiodo, i ciclopi erano divinità arcaiche, fabbri divini che inventarono il fulmine; da parte sua, Omero ne fece un popolo di pastori, che viveva all’interno di ambienti riservati e selvaggi. A distanza di “qualche” anno, Aminder Dhaliwal – artista canadese a tutto tondo, classe 1988 – scrive e disegna i ciclopi calandoli nella società degli haters e del body shaming. Nel suo graphic novel Cyclopedia exotica (Edizioni Bd, 268 pagine, 20 euro), non usa mezzi termini né si risparmia, inserendo i ciclopi in un racconto che è lo specchio deformante (ma non troppo) della nostra società. Puntando la lente su quelle problematiche che spesso vengono sottovalutate (oppure si risolvono con post e pseudo commenti indignati sui social).

Nel graphic novel, infatti, l’autrice, nonché fumettista, sceneggiatrice e animatrice – che ha toccato la notorietà con Woman world (ancora inedito dalle nostre parti), nato da strisce che Dhaliwal pubblicava su Instagram (come poi avverrà per Cyclopedia exotica), e ispirato alla grande marcia delle donne su Washington avvenuta nel 2017 – narra dei ciclopi, esseri umani da sempre osservarti con sospetto da coloro che hanno due occhi e che, a malapena, li considerano parte della società (già, nella storia presentata entrambi convivono).

Il volume è caratterizzato da una sfiziosa introduzione con i colori di Nikolas Ilic. Destano curiosità, in particolare, i paragrafi “Incontri di mondi” e “Ciclopi moderni”, nei quali si legge che «sul finire del XIX secolo, i ciclopi si integrarono nelle realtà abitate dai due-occhi». E ancora: «Il ciclope moderno vive una vita uguale a quella di un due-occhi».

La caratteristica principale del ciclope sta nell’avere un occhio soltanto? Non solo. Un’altra sua peculiarità è infatti rappresentata dal naso, piatto con le narici assai piccole, per non intralciare la vista. E ancora, le ciclopi hanno un solo seno, nonostante le funzioni primarie dell’area toracica siano le medesime di un due-occhi. Di tutto e di più. Ecco, mentre nel cinema e nella tv i ciclopi sono inseriti soprattutto all’interno di cornici fantasy (basti pensare a film come Krull e La furia dei titani) oppure d’animazione (e qui entrano in campo gli ottimi Hercules, Futurama e Onward), il grande merito della poliedrica Dhaliwal è quello di rappresentare i ciclopi attivi contro qualsivoglia forma discriminatoria (dal sesso al genere, dalla razza alla disabilità).

Le esistenze di dieci personaggi, ciclopi e due-occhi, si intrecciano ponendo in particolare risalto le storie, gli atteggiamenti, le sfide e i pensieri differenti: c’è chi tenta di camuffarsi tra la massa e chi lotta, a viso aperto, per rimarcare la propria identità. Ma anche chi tenta di riscattarsi dagli sbagli del passato e chi vorrebbe soltanto vivere il proprio quotidiano. Così il lettore fa la conoscenza di Etna, personaggio che è un po’ la genesi di tutto («Ho iniziato questa serie con un disegno di Etna nel mio sketchbook. Mi ero divertita a disegnare un ciclope con un occhio e un seno solo», rivela l’autrice), ma anche della coppia formata da Tim e Pari «con Pari volevo esplorare il tema delle minoranze che hanno un buon lavoro», di Late, aspirante modella e attrice, che trascorre la giornata lavorativa a prestare la propria immagine per prodotti mediocri, di Bron «ha tentato un’operazione andata male, per diventare un due-occhi, a causa della quale è costretto a indossare una benda» e di altri personaggi.

Un universo, quello descritto da Dhaliwal, speculare al nostro (ma è una realtà che conosciamo fin troppo bene), laddove il “diverso” non costituisce, purtroppo, una ricchezza. E parole come inclusività e accettazioni restano soltanto sulla carta (o, appunto, online). In Cyclopedia exotica ce n’è per tutti: si parla di app di incontri, feticismo, confezioni di lenti a contatto e stilisti per ciclopi, solo per fare alcuni esempi (con, a fare da sfondo, storie brevi di ordinaria quotidianità che si intersecano tra loro). Se ha un pregio particolare, questo graphic novel, è quello di ricorrere ad un tono leggero – non mancano le parentesi divertenti – nell’affrontare tematiche importanti e attuali. Raccontando con delicatezza le piccole, grandi sfide dei suoi protagonisti. Info: www.edizionibd.it

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