Scoprendo la collezione permanente di Fondazione Prada, Upside Down Mushroom Room di Carsten Höller

Milano

Correva l’anno 2000, Fondazione Prada rivolgeva la sua attenzione verso Carsten Höller e la sua ricerca verso la sincronizzazione tra le opere d’arte e il pubblico che ne fruisce. L’artista tedesco è già all’epoca impegnato nella produzione di un repertorio capace di stimolare attivamente l’emotività umana e indurre coloro che si imbattono nei sui lavori in stati di eccitazione, alterazione, dubbio e confusione. 

La sua formazione non affine agli studi artistici lo aiuta a creare un immaginario non convenzionale. É solo dopo la conclusione del percorso accademico in scienze agronomiche e del suo dottorato sul comportamento degli insetti infatti che l’artista tedesco si applica nelle arti visive, facendovi convergere il suo precedente background. L’interesse per le relazioni tra gli insetti e il comportamento che assumono nel momento dell’interazione sono la scintilla che accende il suo interesse verso i sistemi sincronici nella produzione artistica che, già al principio degli anni ’90, rappresentano il fulcro della sua indagine. 

La produzione di Höller ha negli anni contribuito concretamente ad assottigliare la distanza che separa la produzione artistica dalla realtà e, di conseguenza, anche a sciogliere in parte il senso di sospetto che da sempre contraddistingue la percezione del pubblico nei confronti dell’arte contemporanea.  Höller infatti prende come punto di partenza del suo modus operandi il dato reale, per poi sovvertire la sensibilità individuale attraverso l’estraniamento. In particolare, tra le sue strategie per ottenere lo spaesamento fisico e psicologico dello spettatore c’è la perdita della dimensione naturale: propio come nel caso di Upside Down Mushroom Room, l’installazione permanente che ormai dal 2018 è tra le più apprezzate della collezione esposta nella torre della sede meneghina di Fondazione Prada. 

Carsten Höller, Upside Down Mushroom Room (2000); tecnica mista; Milano, Fondazione Prada). © Fondazione Prada

Dopo avere attraversato un buio corridoio, lo sguardo dell’avventore viene abbagliato dalle luci artificiali dello spazio. La sala in cui è esposta l’installazione di Höller immerge il visitatore in un Villaggio delle possibilità, costituito da stimoli psicofisici e da strumenti interattivi. Le pareti tinte di bianco elettrico contrastano con il rosso scarlatto dei cappelli di funghi, di dimensione e forma variegata che pendono dal soffitto della sala, al quale sono ancorati per il gambo. Ancora una volta ci si confronta con l’immaginario biologico dell’artista che utilizza per la sua installazione la specie Amanita Muscaria, detto anche Ovulo Malefico, tipologia di funghi altamente velenosi e particolarmente noti per la loro capacità di induzione di effetti psichedelici. L’alterazione dell’equilibrio psico-fisico porta all’esplorazione di un nuovo sistema di interazione tra l’individuo e la sua sfera emotiva. Lo sconfinamento è l’elemento essenziale del processo indagativo dell’artista tedesco che, muovendosi in questa dimensione, mette in atto esperimenti di natura sociale, trasformando lo spazio espositivo in un laboratorio di ricerca. 

Upside Down Mushroom Room catalizza l’interesse di un folto numero di visitatori che si dilettano a immortalare la loro visita all’interno della Fondazione Prada, dando particolare risalto ai funghi capovolti di Höller. Non è infatti da sottovalutare la potenzialità che questo genere di installazioni ha nella sua diffusione attraverso i nuovi canali di comunicazione, in particolare modo sui social network. La dimensione giocosa è anch’essa fondamentale nella visione di Carsten Höller, convinto sostenitore dell’idea che proprio nel gioco è riconoscibile il miglior terreno dove sentirsi privi di limitazioni sociali, in cui costruire relazioni e in cui poter osservare l’attivazione dei meccanismi sincronici da cui l’artista ha avviato il suo intervento. 

Fondazione Prada
Carsten Holler ©John Scarisbrick

Info: https://www.fondazioneprada.org

Fondazione Prada, Largo Isarco, 2, Milano