Il museo, in quanto istituzione, non nasce con la sola missione di conservare l’oggetto storico artistico, il suo principale obiettivo deve essere quello di far approdare il pubblico verso nuovi lidi di conoscenza. Approfondire ciò che la storia ci ha lasciato in eredità e guardare con nuovi occhi ciò che sempre è stato osservato da un’unica prospettiva è ciò che la galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dimostra di saper fare con la nuova esposizione Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio, dedicata a una delle figure che hanno reso tanto iconico quanto imprescindibile per lo sviluppo dei linguaggi artistici del XX secolo, il gruppo della cosiddetta Scuola Romana, o Scuola di Via Cavour, alla cui guida la storia pone Mario Mafai e Gino Bonichi, meglio conosciuto come Scipione.

Attraverso lo specchio
L’esposizione presenta una raccolta ragionata delle opere pittoriche e scultoree che l’artista produce nell’arco della sua lunga carriera, in cui introspezione e indagine intima sul mondo esterno compongono un immaginario fortemente legato all’universo femminile, all’identità di madre e di membro della comunità ebraica.
Le due curatrici Giorgia Calò e Alessandra Troncone allestiscono un percorso che definisce perfettamente i contorni di un profilo artistico capace di raccontare l’Italia e la Roma, prima vittime della guerra. poi fenici della ricostruzione che dalle proprie ceneri hanno saputo riemergere. Proprio in quesa seconda fase però riconosciamo nelle pitture di Antonietta Raphael quella frammentazione che sembra poter essere il leitmotiv della sua produzione dagli anni ’40 del ‘900 in poi: in uno scenario in cui l’Italia è immersa nella ricostruzione dopo il dilaniante conflitto mondiale, il suo popolo, quasi inconsciamente, è osservatore attonito e intorpidito del disfacimento della sua stessa sensibilità, risultato del traumatico e recente passato. Antonietta Raphaël è efficace narratrice di tale frammentazione che ben si coglie già dallo stesso titolo dell’esposizione alla Galleria Nazionale. Lo specchio è il portale dove l’individuo si riconosce sdoppiato e per la pittrice è la dimensione, a tratti onirica, strettamente legata alla capacità visionaria del popolo ebraico, in cui cogliere i differenti lati del sue essere donna, madre e artista.

Tante e una sola
Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio descrive le sfaccettature dell’identità della pittrice di origini lituane dividendo i suoi lavori in tre sezioni tematiche: l’autoritratto, la maternità e la femminilità e le origine ebraiche. L’autoritratto, pratica che segna tutta la produzione di Raphaël e mette al centro il tema dell’identità esplorata dall’artista attraverso il racconto di sé. Numerosi autoritratti la vedono all’opera con gli strumenti da lavoro, come Autoritratto con tuta blu degli anni Quaranta. Femminilità e maternità, concetti-chiave ricorrenti nell’opera dell’artista, che più volte nei suoi scritti accomuna la donna a Dio per la capacità di “creare qualcosa dal nulla”, e che ritornano in chiave più strettamente autobiografica nei ritratti dedicati alle figlie Miriam, Simona e Giulia, le Tre sorelle a cui è dedicata la scultura omonima del 1936. Le origini ebraiche, altra grande presenza nel lavoro dell’artista, tema di numerose opere che offrono nuovi spunti sulla rappresentazione femminile, in particolare attraverso le figure di Giuditta e Tamar: eroine bibliche, donne indipendenti e volitive, in grado di declinare grazia e bellezza in forza e combattimento e di sovvertire con le loro azioni un contesto dominato da logiche patriarcali.

Antonietta Raphaël. Attraverso lo specchio
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Dal 30/11/2021 al 30/01/2022