Beeple torna da Christie’s: l’NFT artist mette all’asta una nuova opera e stavolta non si limita al digitale

Londra

Dopo lo straordinario successo raggiunto con la vendita della sua opera Everydays-The First 5000 Days per la cifra di 69 milioni di dollari, Beeple è attualmente l’autore di Cryptoart più quotato al mondo. Il suo collage digitale, frutto di una raccolta minuziosa che ha accompagnato per anni il suo quotidiano, è stato battuto dalla casa d’aste britannica Christie’s l’11 marzo 2021, dando l’avvio ad una vera e propria febbre dell’oro tra il pubblico di collezionisti. 

Il fenomeno NFT esplode ufficialmente in seguito a tale record di vendita ma il principio di questa vicenda che sta completamente riedificando le basi del sistema e del mercato dell’arte contemporanea si rintraccia nel 2017. Da mesi questo processo viene attentamente analizzato e sembra sempre più evidente l’infondatezza delle tesi di coloro che hanno continuato a considerare tale novità una fragile ed effimera bolla speculativa; la diffusione della Beeple-mania  ha incrementato il dibattito sulla valorizzazione e la curatela dell’arte digitale ma sopratutto ha dato l’avvio ad una apparentemente inarrestabile moltiplicazione di nuovi artisti che continuano cimentarsi nella produzioni di opere attraverso l’ausilio del sistema criptato Non Fungible Token.

Beeple, all’anagrafe Mike Winkelmann, torna oggi a far sognare il pubblico con un’inedita produzione che non si limita alla sola dimensione digitale ma che si presenta, questa volta, anche in forma fisica.

L’installazione Human One (still) (2021), la nuova opera di Beeple, sarà proposta al pubblico di collezionisti presenti all’asta 21st Century di Christie’s di oggi, 9 novembre, rappresentando una nuova occasione per battere il record appartenente all’artista. 

La componente digitale non viene persa totalmente neppure in questo caso: componenti tecnologici si fondono con quelli tradizionali e naturalmente l’opera potrà essere acquistata anche con il suo NFT corrispondente. 

Human One consiste in un box composto da quattro schermi al plasma in cui si vede fluttuare, immerso in paesaggi onirici, la figura tridimensionale, a grandezza naturale, di un astronauta che fluttua e che lo spettatore può osservare nella struttura roteante attraverso i pannelli video. C’è però un dettaglio che l’osservazione dell’opera non lascia scorgere: all’interno del suo codice genetico digitale, Human One nasconde una specifica caratteristica nata dalla specifica volontà dell’artista che desidera mantenere  per sempre il controllo sulla protezione del video sui monitor che compongono la struttura. 

Dopo la vendita, Winkelmann conserverà la possibilità di modificare l’opera nella sua interezza, decidendo di rimodularne totalmente l’identità.

Questo dettaglio apre le porte a una riflessione che lo stesso Beeple anticipa in una sua dichiarazione: «Mentre un’opera tradizionale è più simile a una dichiarazione finita, congelata nel tempo nel momento in cui è stata completata», e «la capacità unica di questa opera d’arte di essere aggiornata la rende più simile a una conversazione continua».

Il concetto di incompletezza e il tema dell’irrisolto vengono esplorati anche dalle nuove frontiere dell’arte visiva e riportano in auge il tema dell’irrisolto e del finale aperto ma soprattutto dell’impossibilità di fare previsione del futuro, il quale è costantemente schiavo della mutevolezza e della variabilità. 

Rimane da attendere i risultati dell’asta e ancor di più le sorti del collezionista che acquisterà un’opera d’arte che ripone il suo carattere originale nell’estrema imprevedibilità.

Info: https://www.christies.com/features/Beeple-gets-real-with-human-one-11940-7.aspx

Beeple, Human One (Still), 2021. Courtesy by Christie’s

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