Chaos/ Kosmos: la nuova collettiva organizzata a Spazio Espanso curata da Paulina Grubiak

Roma

Spazio Espanso, situato in piazza Campitelli 3 a Roma, ospita la mostra Chaos/ Kosmos con le opere di Marco Angelini, Elena P.V. Sanseverino EPVS, Andrea Pinchi, Sebastian Vimercati, Federica Zianni, a cura di Paulina Grubiak visibile fino al 23 ottobre. 

Il progetto, presentato a Varsavia nella Galleria Elektor (Mazowiecki Instytut Kultury) da fine marzo a fine agosto 2021, si sposta nel centro di Roma, al piano terra dello storico Palazzo Capizucchi progettato nel XVI secolo da Giacomo della Porta, proprio negli spazi adibiti a Biblioteca dagli anni ’50 fino al 2019 dal Centro Culturale Francese in Roma e dall’Università degli Studi RomaTRE.

In chaos o disordine, e kosmos, o armonia, si intrecciano i lavori dei cinque artisti. Le opere si integrano tra forme fluide e forme geometriche. La riflessione riporta alle origini del mondo dove convivevano caos e cosmo. 

Marco Angelini parte da una riflessione sull’ambiente e sulla sua salvaguardia, attraverso dipinti realizzati su pannelli fotovoltaici. Giunge poi alla creazione di forme liquide pittoriche che si ispirano alla filosofia di Bauman, al suo pensiero sulla società liquida; forme che si ritrovavano nel libro di fantascienza dello scrittore polacco Stanisław Lem. L’ultima serie di Angelini si incentra sulla foglia d’oro attraverso cui crea paesaggi astratti e comunicativi.

In una sala dello spazio è presente l’installazione The pool di EPVS, accompagnata dalla performance sonora di Sebastian Vimercati. Una piscina riempita di coperte termiche fa da contenitore geometrico per le emozioni dei migranti che sbarcano in Europa, nella riflessione sulle loro traversie e sul loro bisogno di aiuto. Il concetto è radicato nel sociale e si trasforma in denuncia anche grazie all’accompagnamento musicale.

CHAOS_KOSMOS

Di tutt’altra significazione è l’opera Energy di EPVS: fotografie di colori accesi e fotografie di sfumature cromatiche si compongono a parete a comunicare un’energia vitale che si trasmette e attraversa lo spazio, invade il luogo e le persone; è un’energia che Elena sente intimamente.

Nella prima sala di Chaos/ Kosmos, Federica Zianni presenta Back Cocoon: l’artista costruisce attraverso delle camere d’aria un grande bozzolo sospeso che induce, per la sua forma, a pensare alla generazione della vita, la quale però risulta antiteticamente impossibile data la materia di cui è costituito: il principio di creazione si afferma e si nega contemporaneamente.

Il percorso espositivo di Chaos/ Kosmos continua con le opere dell’artista Egg che riflette sulla tradizione ungherese, secondo cui le giovani promesse spose sono chiamate a produrre un tappeto per il futuro marito. La riuscita del matrimonio dipenderebbe secondo il folklore dalla presenza di un piccolo nodo nella trama, in grado di interrompere momentaneamente l’intreccio dei fili.

Zianni dialoga con questa produzione di Egg e crea un uovo nell’intreccio dei lacci emostatici a indicare la complessità della vita.

In un’altra sala due sue opere che riflettono sulla violenza domestica: create sempre con camere d’aria, mettono in evidenza rispettivamente un coltello e un martello, entrambi con una doppia funzione di servire per le faccende domestiche e per ferire. Poi le sue statue con Diogene e la sua statua con Icaro che è colto prima di cadere, il pensiero profondo che genera questa scultura è che ognuno deve avere la possibilità di realizzare i propri sogni. 

Andrea Pinchi estrinseca la propria spiritualità attraverso una serie di dipinti. Si rintracciano figure pittoriche definiti Calamari Metropolitani, in quanto impegnati nella perpetua ricerca d’acqua, rara da rintracciare nel contesto urbano cementificato: rappresenta così la sua sete di andare sempre oltre spiritualmente, alimentare la propria coscienza e conoscenza. Vengono quindi esposte le sue ricorrenti sculture a forma di cuore dal colore rosso bruno. Mentre circuiti sensoriali sono protagonisti in altri dipinti a significare le varie vie che può intraprendere lo spirito: alcune non portano da nessuna parte, altre invece producono elevazione personale, sentimenti, e creatività.

L’esposizione trova la sua conclusione con Damien, autoritratto ispirato all’omonimo romanzo di Herman Hesse, la cui lettura è stata essenziale per l’interiorità di Pinchi. 

La creatività dei cinque artisti si declina in diverse riflessioni, tutte però incentrate sulla difficoltà della vita, il caos, e la pacificazione con ciò che ci circonda, il kosmo.