Bruno Aller, alla Apocryphal gallery la sua mostra dedicata alle lettere

Roma

Il ritratto da sempre è un genere con cui si confrontano e si sono confrontati gli artisti: i ritratti di Bruno Aller hanno caratteristiche ben precise che lo rinnovano in maniera personale. Aller si concentra sulle lettere costruendo l’opera attraverso strutture architettoniche e indagando lo spazio in una direzione che si può accostare al costruttivismo. Il suo lavoro è molto lontano dalla poesia visiva, mentre si accende in geometrie che conservano un alto valore pittorico. Lo spazio non è mai neutro, ma si realizza in campiture, stesure di colori e segni vibranti in una dinamicità che dialoga con la materia cromatica. Una forte tensione attraversa la composizione mentre la lettera viene trasformata in piena libertà. È proprio la libertà nel creare, nel divenire della costruzione pittorica che gli consente di giungere al risultato. Infatti utilizza una base compatta con cui può giocare attraverso i suoi colori ed i suoi segni.

Sono proprio i segni che gli permettono una non figurazione che sia viva e comunicativa. Per accentuare la luminosità di un colore o di una lettera utilizza velature o campiture compatte a seconda dello spazio e della costruzione che ha in mente. È sempre stato ispirato da poeti e scrittori, infatti nei primi passi che ha mosso il segno era evocativo con una forte componente drammatica, si incentrava sulla memoria. La lettera ha la caratteristica di essere un soggetto “freddo”, e Aller lo porta ad accendersi a farsi pittura ed a farsi materia dirompente. A volte vi sono incursioni di volti nelle opere, ma sempre, rigorosamente trattati in maniera astratta. Sia attraverso le lettere, che attraverso i volti sembra che il ritratto si trasformi in paesaggi evocativi.

L’ironia è sottile e si manifesta attraverso la profondità di un autore, Bruno Aller, che arricchisce lo sguardo. Ri/tratti, le stanze è la personale dell’artista Bruno Aller, XXIV mostra ospitata nell’Apocryphal Gallery, dal 24 luglio al 2 agosto 2021 con testo critico si Stefano Gallo. La galleria è visitabile esclusivamente su Instagram nel profilo: @apocryphalgallery. Mario Nalli ideatore della galleria lascia il suo commento motivando i suoi intenti: «Era il 10 marzo del 2020. La galleria apocrifa nasconde ed esalta nello stesso istante la piccola opera, trascina lo spettatore nello smarrimento delle reali dimensioni dello spazio e del suo contenuto. Ecco allora che l’artista è convocato a misurarsi in una dimensione diversa, mettersi in gioco in uno spazio fuori dal comune, “falso”, ad interrogarsi e ri-progettarsi in una galleria inusuale, fuori da ogni canone di spazio espositivo. L’artista, certamente, e ne sono consapevole, deve decisamente cambiare il ragionamento e pensare al piccolo formato in una nuova dimensione. Invito dunque ad una nuova scommessa, e chi sa se forse porterà a nuovi stimoli ed a risultati inaspettati».

@apocryphalgallery

 

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