Alla Galleria del Laocoonte una mostra dedicata al regno animale

Roma

Bisonti, cavalli, cervi, felini e mammiferi estinti: sin dal paleolitico, al centro delle raffigurazioni rupestri più comuni, gli animali la facevano da padroni. Ripercorrere all’indietro l’iconografia di questi soggetti, come fatto dalla Galleria del Laocoonte, è quasi d’obbligo per capire come gli animali siano entrati a far parte a pieno titolo della storia dell’arte. Creature affascinanti, vere e inventate, nel medioevo vengono catalogate e disegnate nelle raffinate miniature dei bestiari, zibaldoni che offrono non solo descrizioni ma anche interpretazioni in chiave simbolica e religiosa di matrice biblica su esseri viventi e creature fantastiche di varia provenienza.

Ma è lungo il tragitto che conduce fino all’arte moderna e, a volerlo ripercorrere, mostra una varietà di opere impresse nella storia che spaziano dai mirabilia collezionati nelle wunderkammer, passano per i quadri di caccia dominati da cavalli e segugi e per i ritratti rinascimentali in cui i nobili amavano farsi riprendere accanto alle loro mascotte e arrivano fino alle più recenti rappresentazioni fiabesche illustrate da Henri Rousseau.
Una relazione, quella tra uomo e animale, durata secoli e coronata da splendidi omaggi lasciati ai posteri dai più grandi artisti della storia dell’arte.
Non sorprende quindi che la Galleria del Laocoonte a Roma abbia voluto dedicare un’esposizione proprio a questi soggetti, mostrando al pubblico un’incredibile ricchezza di opere, custodite nella propria collezione, dedicate al regno animale che coprono un lungo periodo che va dal XVII secolo a oggi.

Pericle Fazzini, Il gatto di Ungaretti, 1953

Laocoon Zoo, questo il calzante ed evocativo titolo della mostra, conduce il visitatore in un territorio abitato da creature familiari ma anche da animali esotici e selvaggi con un allestimento che regala a ogni sala la scoperta di un nuovo incontro. Dal gatto domestico Bobosse che troviamo nella prima sala, scolpito da Pericle Fazzini, opera che appartenne a Giuseppe Ungaretti, felino impertinente che amava fare a pezzi le carte del poeta e giocare con il suo alter ego di bronzo, agli uccelli di Carlo Antonio Raineri, decoratore della Villa Reale di Monza, nella seconda sala in cui, come in un cabinet de curiosités, si possono ammirare anche rarità come una Testa di tricheco di Franz Anton von Scheidel.
Ancora, in uno spazio quasi nascosto agli occhi del visitatore si può ammirare un’interessante serie di Eugene Berman dedicata al Palio di Siena che ricorda, per soggetto e fattura, le celebri incisioni di Francisco Goya dedicate alla tauromachia.

E ancora la mostra regala sculture e dipinti realizzati da nomi illustri del panorama artistico italiano: le opere incisive di Leoncillo, la mano elegante di Marino Marini, la delicatezza del tratto di Duilio Cambellotti, solo per citarne alcuni.
Proprio quando pensiamo che il percorso sia concluso, prima di tornare nel regno degli umani passiamo per l’arte contemporanea con gli assemblages di Patrick Alò che, come lame di ferro, mostrano bruscamente le potenzialità dei materiali di riciclo. Rottami che vivono di vita propria e che sommano, alla fascinazione del mondo animale, il perturbante della fantascienza, in una dialettica costante tra classicismo e sperimentazione.

https://www.laocoontegalleria.it/

Articoli correlati