Alla Biblioteca Vallicelliana la mostra di Emanuela Mastria

Roma

Ha inaugurato, nella suggestiva Biblioteca Vallicelliana, la mostra di Emanuela Mastria dal titolo Il fazzoletto di Desdemona a cura di Michela Becchis. Dal centro della Biblioteca prende forma la parte centrale della mostra dell’ artista con fazzoletti di porcellana bianchi che pendono dal soffitto ad altezze diverse e su di essi la trama di ricami e foglie che si vedono in trasparenza grazie alla particolare lavorazione della porcellana. La loro leggerezza e sottigliezza potrebbero far pensare a pagine di libri in un richiamo al luogo della mostra. La mostra di Emanuela Mastria dunque si articola con un’installazione esteticamente coinvolgente che stravolge lo spazio della Biblioteca rendendolo contemporaneo. Ma dietro la leggerezza e la bellezza dell’opera si nasconde un tema tragico. I cento fazzoletti disposti nella parte centrale della sala e nelle teche, di cui risalta il bianco candido accompagnato dalle velature dei merletti, si riferiscono tutti a femminicidi.

Emanuela Mastria, Il fazzoletto di Desdemona, photo Giorgio Benni

Ecco perché la mostra si intitola Il fazzoletto di Desdemona: riprende, infatti, l’episodio dell’Otello di Shakespeare in cui Iago fa recapitare ad Otello il fazzoletto che incriminerebbe Desdemona di tradimento. Desdemona è una donna libera, che si è sposata senza chiedere il permesso al padre, e, per celebrare questa libertà, mentre tutti i fazzoletti sono bianchi ve n’è uno con le fragole colorate dedicato a lei. E quasi tutti dei cento sono dedicati ad una particolare donna uccisa di cui vi sono le iniziali, alcuni non sono dedicati per far riferimento alle donne morte di femminicidio che non hanno nome, alcuni sono più piccoli perché dedicati a bambine. Si ritrovano delle storie diverse su ogni fazzoletto, ad esempio, uno parla di una donna bruciata nella propria abitazione per cui compaiono una serie di case, uno simboleggia una donna uccisa sulla spiaggia di Capocotta e qui si vedono delle dune di sabbia, uno allude ad una vittima bambina attraverso case piccole, mentre in uno appaiono delle mimose perché la mostra si è inaugurata l’8 marzo, giorno dei diritti della donna. A volte i fazzoletti hanno delle forme semplici, altre volte si rivela un virtuosismo stimolante che genera curiosità per la tecnica utilizzata in questa maniera così perfetta.

L’installazione è percorribile e quando vi si passa sotto, immergendosi in queste porcellane, nonostante le altezze diverse, esse si muovono come se facessero rivivere tutte quelle donne, come se esse ci parlassero ancora. Le emozioni, in questa esposizione, sono molto intense e sono veicolate attraverso la delicatezza. Quasi tutti i fazzoletti sono stati realizzati appositamente per la persona cui sono dedicati, ma molti sono stati scelti dopo e questo ha portato l’artista ad un immergersi doloroso in tutte le storie di femminicidio, per capire quale fosse quella giusta per quel determinato fazzoletto. Il ripercorrere tragedie quotidianamente ha creato una bolla di ispirazione che si è trasformata in un’estetica raffinata. Quindi il doppio registro di dolore e perfezione estetica ha condotto ad un connubio che è essenziale nell’installazione e ci induce ad un’unione di due differenti urgenze. Dal testo di Michela Becchis: “quel fazzoletto considerato semplice, privo di sensi, privo di passato e di storia se non di un “ben misero” vociare inutile e dannoso è quanto racchiude in realtà tutta la densità di un vissuto, di emozioni incontenibili, della incapacità, della violenza, dell’indicibile. Sbaglierebbe chi considerasse i suoi fazzoletti di porcellana delle raffinate sineddochi, ciascuno di essi è invece la monumentalizzazione del torto ed è per questo che in quelle piccole iniziali in rosso, nella delicatezza di decori e merletti ciascuno diverso, irripetibile, consiste una vita. Mastria oppone la grazia, una delicatezza che tanto più costringe lei al confronto e alla non facile relazione nel plasmare la materia, tanto più diviene corpo nella cui trasparenza rinveniamo il racconto di ciascuna singola donna.”

info: http://www.vallicelliana.it/

info: www.emanuelamastria.com

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