Il Mattatoio di Roma è diventato, ormai, il cantiere delle arti performative. Il 2020 è stato l’anno della consacrazione di questo nuovo corso di uno spazio meraviglioso e importante della Capitale. E da oggi è online il Diario di Prender-si cura, il programma di residenze produttive dedicate alla performance, ideato e curato da Ilaria Mancia negli spazi della Pelanda del Mattatoio: un racconto che, in un momento di forzata interruzione della relazione tra spettatori e artisti, consente di entrare a contatto con la fase di ricerca che precede e accompagna la creazione di un lavoro artistico. Avviato in risposta alla pandemia, il progetto va avanti anche nel 2021 con nuovi protagonisti della scena contemporanea invitati a produrre e fare ricerca in questo spazio, a fianco delle attività formative del Master PACS – Arti Performative e Spazi Comunitari.
Il diario racconta oggi le riflessioni e le azioni degli artisti che hanno per primi partecipato a questo progetto: Giuseppe Vincent Giampino, Jacopo Jenna, Michele Rizzo, Luigi Presicce, Sara Leghissa, Annamaria Ajmone, Cristina Kristal Rizzo, Marina Donatone, Alexia Sarantopoulou. Alcuni dei lavori prodotti sono già stati presentati in importanti festival come Alcune Coreografie di Jacopo Jenna, che ha debuttato a Fies Festival XL, e TOCCARE. The white dance di Cristina Kristal Rizzo, presentato a Torino Danza e MilanoOltre Festival. E’ stato inoltre prodotto il video di Luigi Presicce dal titolo In Hoc signo vinces, ultimo dei dieci episodi de Le Storie della Vera Croce, ciclo che l’artista presenterà nella mostra in programma nei prossimi mesi al Mattatoio negli spazi del Padiglione 9B.
Il diario affianca ai dialoghi, svolti tra gli artisti e le curatrici Ilaria Mancia e Paola Granato nella fase precedente alle residenze, un’ampia documentazione fotografica del lavoro svolto in sala, lasciando parlare le immagini dei corpi colti nel momento di creazione. A questi si aggiunge una sezione di materiali bibliografici e videografici di approfondimento delle singole ricerche. Come sottolineano le curatrici questi appunti e queste immagini vogliono essere una chiave d’accesso a una fase che normalmente non è attraversata dallo sguardo degli spettatori, il racconto della costruzione di un lavoro artistico prima dello spettacolo. Molte le tematiche emerse dai dialoghi riportati in questo diario, dal lavoro artistico al rapporto con la questione dell’archivio, da cosa significa fare ricerca oggi al significato di residenza artistica, per arrivare alla centralità del corpo in questo momento di ”assenza e sospensione”. Strumento aperto e in evoluzione, il Diario si arricchirà dei contributi degli artisti che parteciperanno alle residenze dei prossimi mesi, a partire da Alessandro Sciarroni, artista Leone d’Oro alla carriera per la Danza nel 2019. Sciarroni torna in questi giorni negli spazi del Mattatoio dopo la performance Save the last dance for me, svoltasi la scorsa estate nel programma di Gaia, e il laboratorio che ha condotto nel mese di dicembre all’interno del programma del Master PACS. La sua residenza è rivolta alla fase iniziale di ricerca di un nuovo progetto, immaginato per spazi museali, non teatrali, per creare, in un’esperienza di lunga durata, una relazione di prossimità del pubblico con i performer, percepiti e osservati come opere d’arte visiva.
Tra i prossimi protagonisti delle residenze di Prender-si cura: Roberto Fassone, Valentina Furian, Silvia Calderoni, Jacopo Benassi con Lady Maru. Ci saranno anche dei ritorni: artisti con cui si è consolidato un rapporto e un dialogo, che svolgeranno una nuova fase di ricerca negli spazi de La Pelanda, tra gli altri Sara Leghissa e Michele Rizzo, ospite nel corso di quest’anno per la produzione del suo lavoro Rest in mostra alla Quadriennale d’arte 2020.
I nuovi progetti riempiranno le pagine del Diario consentendo al pubblico di seguirne le evoluzioni, nell’attesa che la situazione sanitaria possa rendere possibili momenti di apertura degli spazi della Pelanda, con occasioni di attraversamento e studio visit all’interno di ciascuna residenza.
Info: www.mattatoioroma.it
LE RESIDENZE DEL 2020
– Michele Rizzo: ha realizzato le opere scultoree che compongono il suo ultimo lavoro, performativo e installativo, Rest, in mostra alla Quadriennale d’arte 2020, Coreografia di corpi scolpiti.
– Sara Leghissa: ha iniziato la ricerca per un nuovo lavoro con la collaborazione di Manuela Schinina, sound designer, compositrice cinematografica e rumorista. Tra visibile e invisibile – creare con lo spazio
– Alexia Sarantopoulou: ha lavorato con la performer e attrice Ondina Quadri per sviluppare la ricerca su Emilio, primo spettacolo di cui cura la regia. Natura morta in movimento
– Marina Donatone: ha lavorato con la danzatrice Ilaria Quaglia per continuare la ricerca su LOOK MA, NO HANDS_a way to go (working title), primo suo spettacolo da coreografa. Il margine tra scelta e resa
– Annamaria Ajmone: ha proseguito la ricerca relativa a NO RAMA – suo ultimo spettacolo che ha debuttato nel 2019 – e iniziare la ricerca per un nuovo lavoro. Non essere al presente
– Cristina Kristal Rizzo: ha iniziato la ricerca per il suo ultimo lavoro TOCCARE the White Dance. Un tocco che c’è ma non si vede
– Luigi Presicce: ha girato un video dal titolo In Hoc signo vinces, ultimo dei dieci episodi de Le Storie della Vera Croce, ciclo che l’artista ha iniziato nel 2012 e che sarà in mostra al Padiglione 9B del Mattatoio nell’ambito del programma Dispositivi Sensibili. Storie che si fanno performance
– Jacopo Jenna: ha lavorato alla creazione dello spettacolo Alcune Coreografie, con la collaborazione artistica di Roberto Fassone e la partecipazione della danzatrice Ramona Caia. Corpo, archivio e immagini – un continuo riverberare
– Giuseppe Vincent Giampino: ha sviluppato due lavori: Virtual², che lo vede in scena con la dance maker Cristina Kristal Rizzo, e FF, in cui collabora con il danzatore e coreografo Riccardo Guratti. Oggetti sensibili della scena