Nessuno escluso, a Napoli per tutti noi

Napoli

Bianco-Valente ha inaugurato a novembre a Napoli un nuovo lavoro, un lavoro che abbraccia la comunità e su cui vogliamo riflettere perché, alla fine di quest’anno difficile, ci vuole un po’ di senso della collettività. Sì. Ci vuole quel qualcosa che adesso iniziamo a sentire come molto, molto lontano, e che ci manca.
Nessuno escluso, il titolo parla da solo. L’opera, di dimensioni ambientali, si inserisce in uno spazio pubblico, una rotonda di via Marina, e si fa notare. Un’opera che si inserisce nell’arredo urbano senza grossi stravolgimenti. Così, uno spazio di tutti i giorni cambia e lancia un messaggio, un messaggio chiaro. Bianco-Valente ridà nuova vita ad uno spazio senza nessuna particolarità, uno spazio di tutti i giorni. Da muto ora ci dice qualcosa. L’opera è collocata idealmente all’ingresso della città e per gli artisti vuole essere un grande abbraccio metaforico per tutti gli abitanti. Un messaggio fermo, statico che si impone sul dinamismo che gli passa sotto, tra le sensazioni della gente, le loro reazioni, suoni, rumori, etc. Macchine, clacson, gente a passeggio. Di tutto. Nessuno escluso in qualche modo attiva qualcosa in chi la osserva: un’esperienza che si fa involontariamente e facilmente, se si passa da quelle parti di Napoli, e che permette a qualcuno di entrare anche in altri spazi, con la mente. 

«In oltre due millenni di storia la città di Napoli ha sempre saputo creare valore dalle differenze – spiegano Bianco Valente – tanto che nel carattere dei suoi abitanti si è sviluppata nel tempo una forte propensione all’accoglienza e all’integrazione». L’anno sta per finire, abbiamo iniziato a riabitare gli spazi pubblici per poche ore al giorno ed è davvero tutto da rianimare. La città, in questo senso, è da intendere quindi come un laboratorio in cui sperimentare nuove forme di convivenza, portando il pensiero sempre più in là, con uno sguardo sempre più nuovo e al passo con i tempi. Tutto cambia, muta, si muove, sempre più velocemente. E l’arte ci aiuta a interpretare l’esistente e a raccontarlo in vari modi. Modi che catturano sempre, quando ci piacciono e quando non ci piacciono. 

«L’opera è allestita lungo l’asse costiero di via Marina – raccontano gli artisti – un’area emblematica della città che racconta bene di alcune scelte strategiche fallimentari prese negli ultimi centocinquant’anni: mare e paesaggio negati, storia e architettura stravolti, in nome di una vecchia idea di industrializzazione ormai inesistente». Oggi Napoli, che è in piena fase di trasformazione urbana, ha uno spazio cittadino diverso. Uno spazio con cui entriamo di più a contatto rispetto a prima. Prima lo attraversavamo, probabilmente, senza avere nessuna reazione. Ora invece è diventato uno spazio che stimola. Con Nessuno escluso un non-luogo diventa uno spazio da visitare e da dedicare alle emozioni: ci fa pensare, ci fa parlare.

E potrebbe stare ovunque: l’opera, nata per Napoli, è perfetta infatti in ogni posto del mondo. Non ha spazio, non ha tempo. È un’opera che apre lo spazio pubblico a una nuova visione dello stesso: forse a volte dimentichiamo quanto sia importante aprire lo sguardo sui luoghi in cui passiamo quotidianamente. Ci appartengono, e noi a loro. Ci influenzano: ogni cosa lì fuori ci entra dentro. Piccoli o grandi che siano, non importa. Belli o brutti, non importa. Potenti o meno, non importa. Ci entrano dentro. E no, non ci chiedono il permesso per farlo. Agli occhi basta poco, pochi secondi. Così, giorno dopo giorno, memorizziamo diversi scenari, poi forme di vita del nostro archivio personale. 

I posti, soprattutto se ci fermiamo, si sentono: a volte ci fermiamo per un particolare, a volte per una persona o qualcosa di intangibile, un profumo, un suono, un rumore, la nebbia. I casi sono molteplici. Solo un dettaglio è, sì, uno spazio diventa in qualche modo nostro. Riconosciamo in lui qualcosa. Lo memorizziamo perché in parte ne abbiamo già memoria. Ma ci sono diversi modi di avere un’esperienza con lo spazio, perché siamo tutti diversi: Nessuno escluso, c’è chi potrebbe guardarla con ingenuità chiedendosi che cosa è, c’è chi potrebbe non notarla nemmeno, per qualcuno altro potrebbe essere un’enorme sorpresa, altri potrebbero riconoscerne un’opera d’arte. No, non possiamo scrivere nulla a riguardo! Possiamo invece dire che Nessuno escluso avrà una vita lunga e molte, moltissime persone avranno la possibilità di vederla, una, più volte. In ogni momento della giornata e si trasformerà: sarà giorno, sarà notte, le pioverà addosso, sarà attraversata dal vento, dallo smog e molto probabilmente cambierà, e cambieremo anche noi.

Ma la trasformazione è vita e Nessuno escluso parla di vita, della vita che stiamo vivendo con tutti i problemi e le difficoltà che ci ha messo davanti in quest’anno indimenticabile. Ci siamo separati da molte persone, da molti spazi, nessuno escluso. L’opera non è solo una grande installazione ma è anche una pagina di storia del paesaggio urbano e delle società. Un messaggio che si impossessa di uno spazio, uno spazio che oltretutto è molto vicino a Bianco-Valente, come napoletani, e che per questo motivo sentono moltissimo. Nessuno Escluso è anche un loro regalo alla collettività, collettività di cui fanno parte. Un nuovo intendere lo spazio urbano, che è uno spazio che attraversiamo, lentamente o in fretta, vivendolo da soli e con gli altri: uno spazio di vita. Nessuno escluso lancia un messaggio universale, senza tempo e senza spazio, lo dicevamo, e ha una storia che nasce già sei anni fa, quando i Bianco-Valente sono stati invitati dallo studio di progettazione che si stava occupando del nuovo assetto della via per immaginare insieme un’opera site-specific; con il passare degli anni, in cui i lavori sono stati più volte interrotti, l’opera ha avuto purtroppo notevoli rallentamenti ma oggi, finalmente, se passate per Napoli, è lì che vi aspetta. E non è del tutto un caso che sia nata proprio ora. Ed è lì per tutti noi.

Info: web http://www.bianco-valente.com/
fb https://www.facebook.com/bianco.valente
ig biancovalente

 

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