Covid, nuovo Dpcm, ecco come viene toccato il settore culturale

Roma

Nuova stretta del Governo per cercare di contenere la curva epidemiologica. Entro martedì sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale il nuovo dpcm di cui oggi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha anticipato le misure, che saranno valide fino al 24 novembre. Per scongiurare il lockdown generale si è deciso di contenere la circolazione e l’aggregazione delle persone intervenendo su palestre, piscine, bar, ristoranti, fiere (tranne quelle validate da un apposito protocollo che garantisca l’adozione delle distanze di sicurezza tra le persone), cinema, teatri e discoteche. I musei, invece, restano esclusi dalle restrizioni. ”Il servizio di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 – recita il decreto – è assicurato a condizione che detti istituti e luoghi, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, nonché dei flussi di visitatori (più o meno di 100.000 l’anno), garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone e da consentire che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.

La morsa sugli spettacoli ha provocato oggi la levata di scudi degli assessori alla cultura di molte città italiane, che si è concretizzata in una lettera aperta al governo, per chiedere una maggiore flessibilità nei confronti di una filiera già pesantemente in crisi e che sarebbe in grado di garantire la ripresa delle attività in sicurezza: ”La misura assunta oggi nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto – scrivono gli assessori – colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L’evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di resposabilità dimostrato nell’applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori. Il settore dello spettacolo, che vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti, è inoltre uno dei più rilevanti settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla CIG quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità impegnate: sono le donne e gli uomini che hanno profuso il loro straordinario impegno per riaprire teatri, cinema e sale da concerto nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute. Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l’andamento dei contagi da Covid-19 e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano -senza dubbio – necessarie per contrastare la recrudescenza del Virus nel nostro Paese. Tuttavia riteniamo necessario portare alla Vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali. Aderendo con convinzione e spirito di servizio alla leale e fattiva collaborazione tra le Istituzioni della Repubblica – alla quale ha richiamato nel suo discorso il Capo dello Stato – al fine di ”difendere il bene primario della vita, contenendo il contagio e affrontandone le conseguenze, sanitarie, sociali, economiche”: – consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica; – chiediamo, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre. Nella certezza di poter contare sulla Vostra piena considerazione di quanto espresso, rinnoviamo la nostra disponibilità a concertare misure per rendere ancora più efficaci e sicure le riaperture dei luoghi di spettacolo delle nostre città e di tutta Italia”. Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura – Firenze, Luca Bergamo, Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale – Roma, Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura – Milano, Eleonora de Majo, Assessora alla Cultura e al Turismo – Napoli, Barbara Grosso, Assessora alle Politiche Culturali, dell’Istruzione, per i Giovani – Genova, Francesca Paola Leon, Assessora alla Cultura – Torino, Matteo Lepore, Assessore alla Cultura e al Turismo – Bologna, Paola Mar, Assessora al Patrimonio, Promozione della città, Università, e Toponomastica – Venezia, Paolo Marasca, Assessore alla Cultura – Ancona, Ines Pierucci, Assessora alle Politiche Culturali e Turistiche – Bari, Paola Piroddi, Assessore alla Cultura – Cagliari.

Per quanto riguarda gli aiuti, il Presidente del Consiglio ha spiegato che il Governo interverrà economicamente a sostegno delle categorie più colpite. Nella sua relazione non si è potuto fare a meno di notare il riferimento anche agli artisti. Ma non è ancora dato sapere se tale categoria sarà interessata, e in che forma e modo, dai contributi.