«Nelle Indie perigliose, ovvero una seconda parte della storia della vita dell’avventuriero chiamato don Pablos de Segovia, vagabondo modello e fulgido esempio di furfanteria; ispirata alla prima, così come a suo tempo la narrò don Francisco Gómez de Quevedo y Villegas, cavaliere dell’ordine di Santiago e signore di Juan Abad». L’incipit è importante per circoscrivere al meglio la narrazione di questo volume di grande formato (cartonato, 160 pagine, 35 euro), edito da Rizzoli Lizard, scritto e disegnato da due fuoriclasse (con traduzione di Giovanni Zucca). Si tratta rispettivamente di Alain Ayroles, pluripremiato sceneggiatore francese classe 1968, e dello spagnolo Juanjo Guarnido – nato a Granada nel 1967, è creatore, insieme a Juan Díaz Canales della serie di successo Blacksand – decisamente abili nel presentare le piratesche peripezie di don Pablos de Segovia, «mascalzone poco raccomandabile e narratore di irresistibile simpatia». Questo romanzo picaresco, infatti, racconta in prima persona la vita di un pezzente un po’ guascone («una volta a Madrid m’ero finto gentiluomo, riuscendo per un po’ a vivere da signore a spese altrui»), prima vagabondo, poi mendicante, quindi ladro e infine imbroglione (non necessariamente in quest’ordine), capace di servire tanti padroni e di destreggiarsi alla grande – caratteristica non da poco – tra differenti strati della società. Si legge nella prefazione: «Tra le varie opere che ha prodotto il genere, il Buscón, o la Storia della vita dell’avventuriero don Pablos de Segovia, vagabondo modello e fulgido esempio di taccagneria, pubblicato nel 1626, si distingue per la ferocia del suo humour». Scrittore e poeta spagnolo (nato a Madrid nel 1580), di famiglia nobile, Francisco de Quevedo vi mette in scena, con stile irriverente ma sempre in punta di fioretto, le crude e strambe vicende che vedono coinvolto un truculento mascalzone. Al termine del romanzo, i cui accadimenti si svolgono in Spagna, il picaro don Pablos si imbarcherà dalla terra iberica del ”siglo de oro” (il cosiddetto ”secolo d’oro”) – all’epoca si diceva così – destinazione quell’America allora nota come ”le Indie”, preannunciando un seguito che, purtroppo, non avrà modo di mettere nero su bianco. Ed eccolo qui, rappresentato da un corposo volume a fumetti che catapulta il lettore in un periodo storico complesso ed affascinante. Sfogliando le splendide pagine (non è un’esagerazione) di Nelle Indie perigliose, è impossibile non lasciarsi avviluppare dall’esistenza dell’intraprendente don Pablos («grande impresa, grande pericolo»), che è un costante, spiazzante ribaltamento di fronti e fortune: povero in canna e ricco sfondato, preso in giro e mitizzato, servitore e signore («era quello l’inizio della mia scesa? Invece di arricchirmi, avevo trovato qualcuno più povero di me»). Tutto e il contrario di tutto. E qui sta il bello. L’incessante tourbillon delle tribolazioni di questo giovane uomo – che, in qualche modo, diventano anche le nostre – lo porteranno dai bassifondi ai palazzi sfarzosi, non disdegnando il trattamento di ”don” («certo, per un po’ nelle Indie mi diedero del ”don”. Ero abituato a ben altri appellativi»). E ancora, dalle complicate vette delle Ande («errando per confini dove terra e cielo si confondono, arrivai così in alto che l’aria venne a mancare»), ai meandri del Rio delle amazzoni, giungendo laddove confluiscono sogni e aspettative di ogni esploratore del nuovo mondo: l’Eldorado. Ayroles, che per anni si è occupato di creare giochi di ruolo, cimentandosi con successo anche nelle serie di cartoni animati nonché nella traduzione di libri, e Guarnido – tra gli animatori di riferimento per Tarzan (Walt Disney) ha lavorato per marchi di punta come Marvel comics – hanno messo davvero tutto loro stessi in questo volume. Si vede, e soprattutto si legge. Che il viaggio nel tempo abbia inizio.
Info: www.rizzolilizard.eu