Piovono polpette? No, piovono pizze. In faccia. A distribuirle per bene, senza fare sconti, è il professor Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, fumettista capitolino d’adozione (essendo nato a Cortona, in provincia di Arezzo), che firma la sua più corposa raccolta approdata nelle librerie. La scuola di pizze in faccia del professor Calcare (Bao publishing, 304 pagine bianco e nero, 22 euro) contiene storie tratte della produzione apparsa sul blog zerocalcare.it – chi volesse contattare Zero può farlo all’indirizzo [email protected], di cui precisa: «giuro non è una mail finta» – sulle testate L’espresso, Repubblica, Wired, Best movie e altre. C’è anche l’inedito: una nuova storia in tre parti, per complessive 25 pagine mai pubblicate. Così, dopo La profezia dell’armadillo e Un polpo alla gola (2012), Ogni maledetto lunedì su due e Dodici (2013), Dimentica il mio nome (2014), L’elenco telefonico degli accolli (2015), Kobane calling (2016) – graphic novel bestseller di Zerocalcare (oltre 120.000 copie vendute in Italia) è anche uno spettacolo teatrale: Kobane calling on stage, adattamento e regia di Nicola Zavagli – Macerie prime e Macerie prime sei mesi dopo (2017), tutti pubblicati da Bao publishing, La scuola di pizze in faccia del professor Calcare è una raccolta che non può (non deve) mancare sugli scaffali degli appassionati. Si parla di Star wars, La casa di carta, Game of thrones e Pokémon – solo per fare alcuni esempi – ma anche di impegno, senso civico, unioni civili, tematiche culturali e indignazione. Ne emerge un identikit di Zerocalcare quale autore popolare (i suoi estimatori spaziano dai lettori giovanissimi ai più maturi, non di rado genitori e figli presenziano insieme ai suoi book-tour), versatile e – piaccia o meno – diretto e fuori dagli stereotipi, che narra ogni aspetto della quotidianità. «Magari qualcuno c’ha la stessa formazione mia. La scuola delle pizze in faccia. In tutte le sue varianti eh, reali e metaforiche», è il messaggio che accompagna la raccolta. Ed eccolo Zero, classe 1983, scrivere e disegnare, nel suo stile inconfondibile, di hoverboard («questo mese Wired mi ha chiesto di recensire il gadget del momento. Cerco sempre di trovare almeno un argomento razionale per convincermi che una cosa è oggettivamente perniciosa prima di parlarne»), ma anche del più canonico spostamento dal divano al letto («non so quanto tempo è passato. Se sono fortunato con la coda dell’occhio intravedo un orologio, che mi ricorda che l’ora più drammatica è giunta»). E ancora, quando di notte hai freddo e non vuoi alzarti a prendere la coperta oppure la sera dell’anteprima di Guerre stellari («non potete capì quanto ero fomentato, regà»). Non mancano i momenti di riflessione, come l’incontro avvenuto in un ospedale di Carpi, tra Zerocalcare e quattro combattenti curdi feriti gravemente nella difesa di Kobane dall’Isis («come ci si comporta di fronte a dei ragazzi – ragazzini, pure – che hanno dato tutto per combattere una guerra in cui noi ci riempiamo la bocca e le foto profilo su Facebook al massimo?»). Citazioni a serie tv, cartoni animati e film dagli anni ottanta ad oggi, ma anche rimandi alla vita reale, spesso “incomprensibile” nel suo orrore. Un gran bel compendio per i fan di Zero.
Info: www.baopublishing.it