Momenti straordinari con applausi finti

«Questa cosa di mia mamma mi ha obbligato a mettermi a tavolino, perché quando lei è morta non ho capito che cos’era successo, non sapevo cosa stavo provando. E allora mi sono messo a raccontare. Mi sono chiuso in casa e ho iniziato a disegnare di continuo». Parole di Gipi, pseudonimo di Gian Alfonso Pacinotti – fumettista, illustratore e regista di riferimento nel panorama nazionale e non – ospite in studio alla trasmissione L’assedio di Nove, alla prima edizione, condotta da Daria Bignardi. Pisano, classe 1963 – spegnerà 56 candeline il prossimo 12 dicembre – Gipi (che nel 2010 ha realizzato con Andrea Vignali la sigla animata de ”Le invasioni barbariche”, il programma della Bignardi su La7, presa oggi in eredità dalla talentuosa fumettista Giulia Spagnulo, in arte Zuzu, che ha fatto lo stesso con L’assedio) ha presentato il suo nuovo, intenso e mai banale volume a fumetti. Volume scritto ”di pancia” – «non c’è una sceneggiatura sul libro, ho improvvisato ogni pagina», ammette l’autoreMomenti straordinari con applausi finti (Coconino Press, cartonato, 176 pagine a colori, 24 euro), dà modo all’autore toscano di intrecciare vicende complesse e umane, raccontando una storia toccante, coraggiosa, graficamente sconvolgente e – soprattutto – autobiografica («c’è roba autobiografica dentro, ci sono ricascato», ammette Gipi). Momenti straordinari con applausi finti è la vicenda di un figlio, abituato a far ridere il pubblico grazie al sarcasmo dei suoi monologhi (ma fuori dal palcoscenico è letteralmente senza parole), che si ritrova al capezzale della mamma privo di sentimenti e monco, appunto, di cose da dire (”in pratica, c’è questo tipo che ha affittato una macchina nera per andare a trovare la vecchia madre morente. Passa dei giorni con lei che però non lo riconosce più. A volte sembra già morta. Altre volte sembra che dorma. L’uomo passa il tempo con lei senza poterle parlare”). In concreto, ”la moglie dell’uomo gli ha trovato un posto per dormire molto vicino all’ospizio dov’è ricoverata la madre morente. Ogni mattina l’uomo percorre quella strada, ma non sa se al suo arrivo la madre sarà ancora viva”. Quell’uomo è Gipi, che oggi ricorda il mezzo anno trascorso a lavorare sul volume. «Avevo questi orari: alle cinque e mezza mi si aprivano gli occhi, di mattina, senza sveglia, alle sei ero al tavolo a disegnare e ci stavo fino alle nove la sera. Tutti i giorni che dio ha messo in terra per sei mesi. Non sapevo cosa stessi facendo mentre lavoravo». Ma Momenti straordinari con applausi finti è anche la storia di un di un gruppo di cosmonauti in viaggio da millenni di pianeta in pianeta, che si scoprono perduti in un vicolo buio e cieco, nonché di un cavernicolo e di un grido, primordiale e angosciato, che riecheggia nelle orecchie e urla – meglio, implora – di essere decifrato (”l’uomo primitivo che urlare sentì, o meglio quello che allora volle chiamare l’uomo primitivo”) e molto, molto di più. C’è anche la figura, affascinante, del bambino che emana luce – «un bimbo luminoso che ha cambiato completamente la storia. Lui nella storia è il protagonista piccino che va dal protagonista adulto e gli dice: ma ti ricordi com’eri?» – ed ecco che le linee narrative del racconto si intrecciano e i piani temporali si sovrappongono (Gipi in questo è maestro, magari senza arrivare – lo scriviamo con ironia – agli estremismi di Zerocalcare: «Gipi è dio»). Un crescendo di emozioni che premono per uscire dalle pagine. Un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, senza evitare di scendere nel profondo dell’oscurità che alberga in ciascuno. Un’immersione nel dolore, quasi flirtando con esso. Preparate i fazzoletti.

Info: www.fandangoeditore.it

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