Ruggine

Roma

«Dopo la fine di una relazione, il mondo va in pezzi. Persi e vulnerabili, ci rinchiudiamo in un’armatura di angoscia e dubbio per evitare il dolore. Ma quando è la corazza a subire i colpi al posto nostro, smettiamo di crescere e la volontà arrugginisce». La quarta di copertina di Ruggine (Edizioni Bd, 144 pagine, 17 euro), volume a fumetti scritto da Francesco Vicentini Orgnani (classe 1992, pisano, qui al suo esordio come autore) e illustrato da Fabiana Mascolo (nata a Roma nel 1993, Ruggine è la sua prima graphic novel a colori) ben definisce il cosiddetto ”blocco emotivo dei millennial” – la generazione tra i 18 e i 34 anni, la prima iperconnessa – con la vicenda che si concentra sulla rivoluzione del linguaggio vissuta dalle donne e dagli uomini di questa fascia d’età. Dialoghi, relazioni e problematiche di ogni sorta vengono affrontati, in larga parte, mediante messaggistica istantanea e social media. E non fanno difetto Tullio – il protagonista della storia, un universitario romano che si trova a gestire un duplice tradimento: la sua fidanzata storica lo ha lasciato per il suo migliore amico – e gli amici, indotti ad affrontare liti, rotture e riappacificazioni in poche righe di testo, al pari di infiniti wall text. Cercando, ognuno a modo proprio, di offrire suggerimenti per superare la rottura (da «ma quale destino, queste cose capitano e basta» a «dopo due anni la passione si spegne, è matematico», fino ai classici, devastanti «chiodo schiaccia chiodo» o «meriti di meglio»). Ma il dolore, profondo, esiste e il rischio che si sedimenti è notevole. Da parte sua, Tullio (affascinato dal mito di Artù) non può esimersi dall’affrontarlo. Prima, però, si forgia – più o meno consapevolmente – un’armatura che lo protegga dal dolore provocato dalla separazione. Un’armatura per rinchiudersi in sé stesso con l’obiettivo di non soffrire più, ma che di fatto gli impedisce di voltare pagina. Non accorgendosi che forse la serenità è più vicina di quanto sembri. L’equazione è semplice: se niente potrà raggiungerlo, neppure toccarlo, niente potrà fargli del male. Ma a quale costo? «Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori». L’Orlando furioso, il poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, è ben lontano da questa narrazione. Ma evocarlo, in qualche modo, rimanda al carattere di Tullio, che nonostante le complicazioni emotive non si perde d’animo e, con l’aiuto di chi gli vuole bene, va oltre le difficoltà. Spiegano gli autori: «Ruggine è l’esito di un momento complicato, contraddistinto da rotture, cadute e prese di posizione. Un momento di crescita nel quale sono stati coinvolti affetti e amicizie che, in un modo oppure nell’altro, hanno dato voce ai personaggi». L’immagine dell’armatura, invece, «prende il là dalla ricerca di una metafora, tanto semplice quanto efficace, per raffigurare la chiusura a cui spesso porta lo strazio di una separazione», proseguono Vicentini Orgnani e Mascolo, che precisano: «Il titolo, Ruggine, intende essere un’allusione alle conseguenze di una prolungata chiusura emotiva». Ma sarà proprio la ruggine, con il trascorrere del tempo, a scalfire – seppur lentamente – la corazza che Tullio indossa, e il supporto degli affetti più cari gli sarà fondamentale per liberarsi dalla zavorra. Cadere per rialzarsi. E, di fatto, rinascere.

Info: www.edizionibd.it

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