Questa è la stanza

Roma

”E gli anni passano, gli amori finiscono, le band si sciolgono, senza un perché”, canta Luca Carboni. Con ogni probabilità non sarà l’artista preferito da Gipi – al secolo Gian Alfonso Pacinotti, fumettista, illustratore e regista pisano di fama internazionale – considerando che la didascalia che accompagna la nuova edizione del suo graphic novel Questa è la stanza (Coconino press e Fandango, 128 pagine a colori, 15.30 euro) recita così: ”Iniziai a suonare in una band a quattordici anni. Era una band punk. Non c’erano ragazzine o altre attività che potessero reggere il confronto. Volevo solo suonare (cantare) con la band. Sentire quell’energia che arrivava alle mie spalle. Era come volare con i piedi per terra, vita pura”. Detto ciò, questo romanzo a fumetti di Gipi, nella sua veste grafica rinnovata – è stata ancor più valorizzata la ricchezza cromatica delle tavole, nonché inseriti una nuova postfazione scritta da Gipi e alcune pagine di disegni e sketch inediti – rappresenta una vera e propria boccata d’aria fresca, una lettura che gli appassionati del genere (chi ha già letto Cose da uomini di Zep sa di cosa parliamo) non dovrebbero lasciarsi sfuggire. La provincia tanto (de)cantata da artisti di casa nostra – spesso assai poco originali – fa da cornice alle esistenze di Giuliano, Stefano, Alex e Alberto, quattro ragazzi di un piccolo centro che si trovano nella fase tra l’adolescenza (i sogni) e l’età adulta (il pragmatismo). Ciascuno, inevitabilmente, forte della sua personalità, dei suoi conflitti in famiglia e dei problemi nei rapporti interpersonali. Cosa li unisce? La musica, appunto. E nel momento in cui il papà di Giuliano mette a disposizione una stanza in un dimesso casolare per le prove della loro band (”questo posto è pieno di escrementi di ratto, ci becchiamo la leptospirosi sicuro”) ai quattro ragazzi non pare vero.

”La stanza è un regalo temporaneo di mio padre. La stanza mi appartiene fino a quando non combino qualche guaio. Questa è la regola del regalo temporaneo”. Così avere un posto dove suonare, dove potersi esprimere in totale libertà, diventa ”la cosa più bella del mondo”. Come la sacralità dello spogliatoio per una squadra di calcio, la “stanza” rappresenta per questa giovane band un luogo a parte, lontano dal mondo degli adulti che ha poco tempo – più spesso, poca voglia – di ascoltare desideri, speranze e paure dei ragazzi. Ma la vita incombe, altre scelte premono. Attraverso i suoi acquerelli, Gipi narra la storia semplice e toccante di quattro amici che rifiutano di accantonare i propri sogni. Questa è la stanza può essere definito un romanzo a fumetti di formazione, un racconto tenero ma allo stesso tempo spietato, proprio come la vita. Una narrazione autobiografica, seppur sfumata nei dettagli. Parlando del periodo adolescenziale in cui suonava (”insieme alla gioia per il fatto di appartenere a una band, ricordo la vergogna per il fatto che ero il tastierista della band”) Gipi ricorda: ”Mio padre mi dette una stanza che era una stalla, che trasformammo in una sala prove. Terminare le prove clinicamente sordi, con acufeni che ci accompagnavano fin sotto le coperte notturne, era la regola. Un rito. Un sacrificio da fare al Dio del punk”.

Info: www.fandangoeditore.it

 

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