Si vociferava da tempo, ma ieri è arrivata l’ufficialità: Vittorio Sgarbi è il nuovo presidente del Mart di Rovereto. Lo ha annunciato in conferenza stampa il presidente della giunta provinciale autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Il critico d’arte, nonché parlamentare (eletto nel 2018 nella lista Rinascimento) sarà presidente del cda del museo di arte contemporanea. Fugatti ha spiegato come Sgarbi abbia accettato l’incarico ”a titolo gratuito”. «Crediamo – ha spiegato – che sarà una riscossa, è un critico d’arte conosciuto a livello non solo nazionale, e dunque crediamo che la sua figura possa portare al museo determinate iniziative che saranno interessanti non solo per lo stesso museo ma per tutta la città». La nomina tuttavia presta il fianco qualche critica. Sulla competenza di Sgarbi in materia d’arte moderna e contemporanea non c’è nulla da eccepire. Ma resta da comprendere il motivo per cui si sia pensato a lui per una carica meramente amministrativa e di indirizzo. Non che Sgarbi non abbia la giusta expertise per occuparsi anche di ”conti”, ma c’è da aspettarsi che sarà un presidente ”ingombrante’, soprattutto per il direttore del museo, Gianfranco Marianello, come del resto ha già dato modo di ritenere, affermando che «farò del Mart il museo più importante dell’Europa meridionale». E rilanciando: «Ho già in mente una mostra su Canova e il moderno, essendo anche presidente della Fondazione Canova». Ma Marianello per ora si è detto tranquillo, riparandosi dietro la storica amicizia che lega i due.
Il nodo formalmente più complesso da sciogliere è quello relativo alla compatibilità. Secondo lo Statuto del Mart, infatti, l’incarico di presidente del cda sarebbe incompatibile con quello di parlamentare. Sgarbi ha bollato la questione come ”grottesca”. Ma già si pensa di cambiare l’atto di nomina indicandolo come direttore scientifico. Sulla gratuità del suo servizio, invece, Sgarbi non ha avuto nulla da eccepire: «Non c’è nulla di più ridicolo – ha detto – dei parlamentari che vogliono ridursi lo stipendio, visto che nessuna categoria se lo vuole diminuire. Però che un parlamentare renda onore alla sua funzione facendo il presidente gratis in nome di una visione mi sembra giusto, logico, normale e nobile».