Figo e una merda. Irriverente, pazzo e originale il progetto di Giudecca Art District, nuova realtà associativa co-diretta da Pier Paolo Scelsi e Valentina Gioia Levy, che ha aperto i battenti l’11 gennaio a Venezia. Una mostra legata alla città, realizzata in collaborazione con la Fondazione Malutta, un collettivo di artisti tra i 20 e i 35 anni. A pochi mesi dal primo episodio, portato in mostra a Torino allo Spazio Ferramenta nell’ambito di Nexst 2018, Figolammerda Ep.2 rappresenta la seconda tappa dell’ironico concept itinerante.
Questo secondo episodio coniuga l’interesse e la necessità di conoscenza, commistione e condivisione di spazi nuovi. Alla base della mostra l‘incontro, amore e guerra, tra bello e Kitsch, tra figo e merda appunto: il film Grosso guaio a Chinatown o Vanilla Ice in Cool as Ice, il Gabibbo, Lea di Leo, MacGyver, i biliardi di Venezia. Qualcosa di figo, insomma, ma allo stesso tempo una ”mmerda”, una corda tesa, in equilibrio come un funambolo, più vicino al figo o alla merda, l’importante è che stia in equilibrio e non cada.
Figolammerda è un esperimento, una serie di mostre nate di notte, come molti dei progetti bizzarri e poco sobri di Fondazione Malutta.
La mostra si svolge negli spazi di One Contemporary Art, Giudecca 211-b e si avvale della preziosa collaborazione organizzativa di Chiara Bordin. Gli artisti che prenderanno parte al lavoro sono: Thomas Braida, Aleksander Veliscek , Enej Gala, Eric Gerini, Filippo Marzocchi, Francesco Cima, Luka Sirok, Marco Gobbi, Margherita Mezzetti, Mattia Pajè, Mattia Sinigaglia, Nicola Facchini, Sulltane Tusha, Valerio Nicolai, Barbara Prenka, Emiliano Troco, Erik Saglia, Nebojsa Despotovic, Paolo Pretolani, Gino Blanck, Andrea Kvas.