La nona edizione del NODE festival, aperta dal 13 ottobre al 24 febbraio alla Galleria civica di Modena, traccia un percorso multisensoriale tra arti elettroniche e visive, spazi inediti e idee di futuro. Una sottile linea dorata attraversa l’intero programma, come nell’antica arte del kintsugi, ripresa da Ryoichi Kurokawa in al-jabr (algebra) in cui suono e immagine si uniscono. Nell’edizione di quest’anno coesistono e si connettono diverse discipline: minimalismo radicale e suoni ad alta definizione, feedback acquatici e ambienti iperreali, arte, scienza e natura. Le bordate soniche dell’artista australiano Ben Frost, tra i più importanti interpreti del suono contemporaneo, sono accolte da una nebbia blu; le proiezioni video di Marcel Weber / MFO, compositore di colonne sonore per la danza, il cinema e le serie tv, sono accompagnate da musica ancestrale in cui confluiscono ambient, drone, elettronica e black metal; l’album Riassemblage del duo americano Visible Cloacks propone un’esperienza cosciente aumentata, fatta di synth e melodie essenziali derivanti dall’estetica MIDI; con gocce, onde e bolle amplificate da idrofoni che risuonano in ciotole e recipienti di porcellana Tomoko Sauvage, musicista e sound artist giapponese di base a Parigi, dà vita a percussioni casuali e fragili armonie. Nello spazio ex-industriale La Torre il 13 ottobre un’anteprima del festival in un’unica performance a cui partecipano il batterista, compositore e producer americano Deantoni Parks con Techoself, in cui esplora le possibilità espressive dell’utilizzo di campionature e kit di batteria, e l’artista milanese 2501 con M.U.R.O. e Recipienti.cc., un’installazione di tubi in metallo incisi e verniciati realizzata in collaborazione con Natatribe. Chevel, dj set e produttore trevignano, chiude con una performance di musica elettronica.
Info: www.nodefestival.com