La statuetta di un gatto, che per anni ha abitato la casa di Claude Monet, è stata ritrovata. Dopo aver trascorso anni avvolta nel mistero, nella casa di un’erede sconosciuta e dopo lunghe peregrinazioni è tornata sul suo cuscino a Giverny, nel nord della Francia. Il felino in ceramica, bianco e sonnecchiante, prodotto in Giappone, ha trascorso anni raggomitolato nella sala da pranzo, rivestita di stampe giapponesi, nella casa di Monet, che amava l’arte e la cultura orientale e che probabilmente ricevette in dono l’oggetto proprio da un ammiratore nipponico. Dell’oggetto si ricorda un visitatore americano, che lo vide a casa del maestro dell’Impressionismo nel 1924, pochi mesi prima della morte dell’artista. Più tardi, la piccola scultura è stata avvistata a casa di Michel, il secondogenito di Monet, scomparso nel 1966 a causa di un incidente d’auto. Poi più nessuna notizia del gatto tanto caro all’artista.
Si scopre che Michel ebbe una figlia illegittima, Rolande Verneiges, nata nel 1914 e morta nel 2008, la cui esistenza è rimasta sconosciuta, anche agli specialisti di Monet, fino all’autunno scorso, ma Adrien Meyer, un’esperta d’arte impressionista di Christie’s, è riuscita a rintracciare la donna e ha scoperto il tesoro di opere e cimeli di Monet che essa ereditò dal padre. Visitando l’appartamento della nipote dell’artista, la Meyer scopre opere conservate ovunque, dipinti senza cornice, riposti addirittura sotto i letti, e, tra i tesori, ecco riapparire il gatto perduto, che, come racconta l’esperta: «Era, molto disinvoltamente, seduto al piano».
Lo scorso novembre i discendenti di Rolande decidono di vendere la preziosa eredità a Christie’s Hong Kong. La vendita ha raggiunto un totale di 10,9 milioni di dollari, con oltre tre quarti dei lotti destinati ai compratori asiatici e il gatto della metà del XIX secolo, del valore stimato di 35.000 dollari, è stato venduto per 67.000 dollari all’esperto d’arte giapponese e commerciante di monete Hideyuki Wada, che l’ha subito donato alla Fondazione Claude Monet, affinché fosse riportato nella casa dell’artista a Giverny, aperta ai visitatori. Il micio è tornato così al suo posto, nella sala da pranzo di Monet, sul suo cuscino, circondato dai tesori giapponesi del Maestro e sorvegliato da una rappresentazione di un’aquila in picchiata di Utagawa Hiroshige.