58esima Biennale di Venezia

Presentata nella splendida cornice di Ca’ Giustinian la 58esima esposizione internazionale d’arte, il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, e il curatore Ralph Rugoff, hanno incontrato la stampa per raccontare come sarà la prossima Biennale, a Venezia dall’11 maggio al 24 novembre 2019. La scelta del titolo è legata al nostro momento storico: May You Live in Interesting Times, da un antico detto cinese che si riferisce a periodi di incertezza, crisi e disordini. «In un’epoca – spiega Rugoff – nella quale la diffusione digitale di fake news e di ”fatti alternativi” mina il dibattito politico e la fiducia su cui questo si fonda, vale la pena soffermarsi, se possibile, per rimettere in discussione i nostri punti di riferimento». Il curatore inoltre sottolinea che non vi sia un tema di per sé ma un chiaro tentativo di mettere in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell’arte che includa sia il piacere che il pensiero critico. Alla base il desiderio di offrire al pubblico un’esperienza a tutto tondo, che è propria del profondo coinvolgimento, trasporto e apprendimento creativo resi possibili dall’arte. Infatti i visitatori potranno partecipare a una serie di incontri essenzialmente ludici, perché, dice, «è quando giochiamo che siamo più umani». «Gli artisti – continua il curatore – il cui pensiero parte da questi presupposti, sanno dare significati alternativi a ciò che prendiamo come dati di fatto, proponendo modi diversi di metterli in relazione tra loro e di contestualizzarli».

Ralph Rugoff è direttore della Hayward gallery di Londra dal 2006. Aperta nel 1968 è considerata fra le gallerie d’arte pubbliche più̀ importanti del Regno Unito. Nel 2015 Rugoff è stato il direttore artistico della XIII Biennale di Lione, dal titolo La vie moderne. Tra il 1985 e il 2002 ha scritto di arte e critica culturale per vari periodici, riviste di arte e quotidiani, tra cui Artforum, Frieze, Parkett, Financial Times, Los Angeles Times, Los Angeles Weekly; ha anche pubblicato una raccolta di saggi, Circus Americanus nel 1995, che esplora fenomeni culturali dell’ovest americano. Nello stesso periodo inizia a lavorare come curatore indipendente, organizzando mostre come Just Pathetic e Scene of the Crime. Già̀ direttore del CCA Wattis Institute nel periodo 2000-2006 del California College of the Arts di San Francisco, negli ultimi 11 anni ha curato numerose mostre collettive alla Hayward gallery appunto, tra cui The Painting of Modern Life nel 2007, l’anno seguente Psycho Buildings, The Alternative Guide to the Universe nel 2013 e in seguito The Infinite Mix. Ha curato inoltre importanti retrospettive e personali di Ed Ruschka, Jeremy Deller, Carsten Holler, Tracey Emin, George Condo e Andreas Gursky. «Noi – afferma il Presidente Baratta – siamo fedeli al principio che l’istituzione deve essere una macchina del desiderio volta a tenere sempre alto e fermo il bisogno di vedere di più, di quel vedere di più nel quale ci aiuta l’arte. Ma allo stesso tempo la Biennale deve essere il luogo nel quale il singolo visitatore sia fortemente cimentato nel confrontarsi con l’opera d’arte. L’istituzione, i luoghi, le opere convocate dal curatore, la loro dislocazione nello spazio, il clima che l’istituzione sa creare, tutto deve concorrere a costruire condizioni favorevoli perché il visitatore si senta ingaggiato di fronte alla singola opera che incontra, quasi fosse su una pedana per un incontro di scherma».

Infine Rugoff tiene a puntualizzare che May You Live in Interesting Times, sarà fondata sulla convinzione che la felicità umana deriva da conversazioni reali, «perché in quanto animali sociali siamo spinti a creare, trovare significati e metterci in relazione l’uno con l’altro. In questa luce, la Mostra si proporrà di sottolineare l’idea che il significato delle opere d’arte non risiede tanto negli oggetti quanto nelle conversazioni, prima fra l’artista e l’opera d’arte, poi fra l’opera d’arte e il pubblico, e poi fra pubblici diversi. In fin dei conti, la Biennale Arte 2019 aspira a questo ideale: ciò che più conta in una mostra non è quello che viene esposto, ma come il pubblico possa poi servirsi dell’esperienza della mostra per guardare alla realtà quotidiana da punti di vista più ampi e con nuove energie. Una mostra dovrebbe aprire gli occhi delle persone a modi inesplorati di essere al mondo, cambiando così la loro visione di quel mondo». 

58. Esposizione Internazionale d’Arte 2019, May You Live in Interesting Times, Venezia (Arsenale e Giardini), 11 maggio – 24 novembre 2019. Info: www.labiennale.org

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