Quelque part dans le désert

Parigi

Dal 14 settembre al 2 dicembre, il Musée d’art Moderne de la Ville de Paris ospita una rassegna dedicata al fotografo Ron Amir, di Tel Aviv, classe 1973. La mostra, già esposta al Museo d’Israele a Gerusalemme nel 2016, raccoglie una trentina di fotografie a colore di grande formato e sei filmi. Nei suoi lavori Amir mostra la condizione di vita dei rifugiati eritrei e sudanese, scappati dal regime di terrore e dall’oppressione del loro paese d’origine, mentre erano nei campi di detenzione Holot nel deserto di Neguev, ormai chiuso. I rifugiati potevano circolare liberalmente le giornate ma dovevano tornare al campo ogni sera e farsi contare dalla guardia e non avevano l’autorizzazione per lavorare. Le fotografie di Ron Amir sono molto poetiche e suggeriscono la realtà piuttosto che mostrarla brutalmente. Si concentrano sulla creatività e l’istinto di sopravvivenza e di comunità sviluppato dai rifugiati con il poco di materiali che avevano a disposizione: bastoni, sabbia, pietre. Ciò che all’inizio, può sembrare semplice fotografia di paesaggio si svela un messaggio politico potente.