Modigliani

Il mito di Modigliani in mostra alla Reggia di Caserta. Fino al 31 ottobre, nella area dell’ex Aeronautica, va in scena Modigliani opera, un iter artistico multisensoriale che, grazie al supporto della tecnologia, fa immergere il visitatore in una narrazione di suggestioni sia visive sia sonore – dal laboratorio didattico alla sala con visori Vr a quella con ologrammi in 4k, solo per fare una breve panoramica –, che riflettono l’esistenza e il contesto storico di Modigliani, protagonista della storia dell’arte del vecchio continente nei decenni della belle époque.

Una rassegna che il visitatore, magari appassionato di fumetti, potrebbe anticipare con la lettura del graphic novel Modigliani, principe bohémien (Kleiner flug, 72 pagine 16 euro), con testi di Laurent Seksik e disegni di Fabrice Le Hénanff. Traduzione di Alessio D’Uva. Brossurato, il volume (a colori) rende omaggio all’artista italiano – nato a Livorno nel 1884 e morto a Parigi appena 36enne –, con particolare riferimento alla crescita della sua pittura, avvenuta in seguito all’approdo nella capitale francese. Il racconto prende il là nel 1917 a Montparnasse, quartiere della città più romantica del mondo, dove – si legge nella quarta di copertina – «gli artisti vivono senza curarsi del domani». Non fa eccezione Modigliani, vero e proprio principe dell’intero movimento bohémien, che sogna di cambiare il mondo attraverso le sue pennellate. «Siete tutti uguali, voi avvoltoi. Vi è concesso di rappresentare il vertice dell’arte, i Raffaello del ventesimo secolo, i monumenti del domani. E vorreste anche essere pagati. Sfruttatori, vandali», si rivolge a Léopold, professione venditore di tele.

Genio e sregolatezza, si direbbe di Modigliani. Perché l’atteggiamento per certi versi remissivo del pittore toscano all’inizio del suo percorso («forse non dovrei insistere, ma tornare a Livorno. Imparare un mestiere, diventare qualcuno») lascia presto spazio all’artista maledetto, attratto dal gusto dell’oppio e dell’assenzio nonché dalla sfrenata passione per le donne (non assiste neppure alla nascita di sua figlia Jeanne, pur vantandosi con gli amici della sua paternità: «sono padre. Io, Modigliani, principe dei mendicanti sono un padre. Mi sento come se potessi fare grandi cose»). E ancora, la follia del tempo come un altro degli ostacoli che si troverà, suo malgrado, a dover superare.

Purtroppo nel 1918 iniziò ad aggravarsi lo stato tubercolotico, che lo portò a morire – due anni dopo – all’ospedale della Charité. In seguito a questo evento la moglie, di nuovo incinta, si suicidò buttandosi dalla finestra della sua camera. Un’esistenza tanto breve quanto complessa, quella del pittore livornese, che nel graphic novel viene narrata con tatto e puntualità. Anche la foliazione, non troppo corposa, ma soprattutto i testi e disegni, ben dosati, rendono la lettura piacevole. Va da sé che, se in vita Modigliani si vide costretto a svalutare le sue opere, vendute per pochi soldi sotto l’urgenza della necessità, dopo la morte i suoi lavori raggiunsero quotazioni elevate. «Quello che cerco non è né la realtà né l’irrealtà, ma l’inconscio, il mistero dell’istinto nella razza umana», ammise. In un’eterna ricerca introspettiva.

Info: www.kleinerflug.com

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