La Polonia si libera dei monumenti comunisti

Legnica

Il governo nazional-conservatore al potere a Varsavia, dopo la vittoria elettorale dell’ottobre 2015, ha incaricato l’Istituto per la Memoria Nazionale di smantellare oltre duecento monumenti all’Armata Rossa in tutto il paese, e di trasportarli in un vecchio bunker atomico. La Polonia cerca così di riscrivere il suo passato, o meglio, di cancellarne una parte, e lo fa a partire da Legnica. La città polacca della regione della bassa Slesia è situata 65 km a nordovest di Breslavia, in una fertile regione agricola. Fu provincia prussiana fino al 1945, quando venne occupata dalle truppe sovietiche. La conferenza di Potsdam l’affidò poi alla Polonia. Durante questo periodo, Legnica divenne un avamposto del regime sovietico, tanto da essere chiamata Piccola Mosca. Circa il 30% del territorio comunale era in mano ai russi. L’area occupata a uso militare, zona autosufficiente e inaccessibile ai polacchi, venne separata del resto della città da un muro alto 2 metri. Nelle altre zone della città, circa 2500 abitazioni furono espropriate e usate da civili e collaboratori del regime sovietico. Il 16 settembre 1993, dopo 48 anni, l’ultima truppa lasciò definitivamente la città.

Proprio a Legnica, oggi, si tenta di riscrivere la storia. È stato infatti smantellato e trasportato altrove il monumento alla gratitudine verso l’Armata Rossa, una statua rimasta al suo posto per 67 anni. Questo in virtù di una legge secondo cui ogni statua che si rifaccia al comunismo, al nazismo o al fascismo, dev’essere rimossa dai luoghi pubblici. La popolazione si divide a riguardo: c’è chi sostiene che con questo gesto la Polonia dimostri la sua maturità, e che non si corretto essere riconoscenti agli oppressori; altri cittadini invece sono contrari, sostenendo che la storia non debba essere falsata, che non si possa cancellare il passato di un paese abbattendone i monumenti. Favorevoli o contrari che siano gli abitanti, ciò non toglie che tutti i monumenti legati al comunismo dovranno essere rimossi dai luoghi pubblici entro 12 mesi dall’ingresso in vigore della legge. Essa, tuttavia, non si applica ai cimiteri e ai luoghi di sepoltura.
La decisione sembra destinata a deteriorare ancor più le relazioni già tese tra Varsavia e la Federazione russa. Il ministero degli esteri russo, infatti, ha invitato la Polonia a rispettare gli accordi bilaterali dopo lo smantellamento del monumento all’Armata Rossa.