Rompi la finestra e ruba i frammenti!

Qual è il senso, oggi, di un’opera pubblica del passato? Quale nuovo significato assume fuori dal contesto politico che l’ha tramandata a noi? Cosimo Veneziano, finalista del Talent Prize 2017, è partito da questi interrogativi per concepire Rompi la finestra e ruba i frammenti!, mostra presentata il 29 Gennaio ad AlbumArte a Roma e visitabile fino al 10 Febbraio. Nelle serie esposte, l’artista indaga la maestosità dei monumenti e si confronta con la loro ri-contestualizzazione nel presente, in una dimensione frammentaria imbevuta di riflessioni sociali e a tratti politiche, un lavoro che è anche recupero di vecchi simboli attualizzati. Punti di partenza del suo ragionamento sulla materia superstite sono le statue e i luoghi, che spesso nascondono storie da andare a scovare. Come l’artista aveva fatto in So is this a monument?, creando nel 2012 un processo di ri-attivazione della memoria di un luogo, nello specifico di una fontana di Torino. Veneziano infatti, dopo aver scoperto che essa sorgeva dove una volta era il padiglione 53 dello stabilimento Superga, aveva costruito un racconto per il pubblico ispirato ai movimenti fisici che le operaie svolgevano. La narrazione, incisa su targhe di ferro e posizionata su di un arredo urbano altrimenti anonimo, contribuisce oggi a un processo di narrazione commemorativa, oggi visibile in galleria nelle serigrafie raffiguranti i gesti delle lavoratrici.

Tutt’altra targa è quella intitolata a Banca d’Italia, realizzata in marmo di Carrara con un’iscrizione dedicata all’istituto che ricorda i tempi che furono, evocando con pungente ironia i fasti di una istituzione che oggi ha smesso di essere intoccabile. Una vulnerabilità che l’artista aveva notato (anche fisicamente), osservando una delle sue sedi storiche più imponenti, proprio quella di Carrara, costruita in una delle piazze principali della città ma non per questo scampata all’abbandono e al degrado materiale. L’edificio-simbolo di Carrara risulta essere attaccato dalla decadenza così dalla funzione celebrativa la targa passa a rappresentare lo svuotamento del senso originario del termine, e del luogo. Il culmine di questa ricerca,distruzione e ricostruzione si realizza nell’opera Dove sono io in questa storia? in cui grossi frammenti in cera sparsi su un basamento, come frammenti di monumenti, diventano elementi indipendenti. Ogni singolo pezzo diventa un’opera mentre sulle pareti il testo de ‘La forma del tempo’ di George Kulber accompagna l’installazione, a ricordarci che la forma è idea, l’oggetto, quando resta, muta nel tempo, e pochi sono gli oggetti pervenuti ad oggi. Una riflessione che si fa rito di commemorazione nella serie Petrolio, realizzata nel 2017 a seguito della distruzione delle statue da parte dell’Isis del museo di Mosul. Edifici e monumenti sono pervenuti a noi perché statici, ma a vecchi intenti corrispondono circostanze nuove e le convenzioni sono un artificio. L’operazione di Veneziano è ricerca dei significati originari ma anche attualizzazione, intervento progettuale di anti-monumentalizzazione.

Fino al 10 Febbraio, AlbumArte, Via Flaminia 122, Roma, info: www.albumarte.org

photo Sebastiano Luciano

 

 

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