NM>CONTEMPORARY

Monaco

A Monaco è appena nata la galleria nm>contemporary, uno spazio con tanti buoni propositi, ma soprattutto un nobile scopo: rappresentare all’estero l’arte contemporanea italiana, tanto emergente quanto consolidata. Ideata e pensata da Clara Pacifico Natoli e Stephane Mascarenhas, caparbi galleristi già da anni attivi nel Principato, nm>contemporary appare sulla scena artistica con coraggio e una buona dose di fiducia nell’autentica espressione creativa, che va al di là delle frontiere geografiche e dei curriculum degli artisti. Da qui il doppio augurio di includere un numero sempre maggiore di artisti giovani, ad oggi quindici in totale, e di creare legami sostenibili con artisti attivi sia nel territorio franco-monegasco che straniero.  

Per l’esposizione di apertura, inaugurata lo scorso 14 dicembre e in vetrina fino al 18 gennaio 2018, la galleria ha pensato ad una collettiva e selezionato otto artisti dalle tecniche e mezzi espressivi diversi: Matteo Basilé, Massimo Catalani, Roberto Coda Zabetta, Pietro Ruffo, Alice Schivardi – già noti al pubblico di Monaco – oltre a Giovanni De Cataldo, Leonardo Petrucci Alex Pinna. La scelta delle opere è indicativa dell’intenzione non troppo nascosta di questo spazio di proporsi come luogo abituale di scambio e sperimentazione per giovani artisti, curatori, scrittori e musicisti.

Matteo Basilé e Roberto Coda Zabetta si presentano con opere che richiamano e dialogano con l’evoluzione e lo spostamento dei confini culturali, instaurando così una comunicazione ideale con la serie Migrazioni di Pietro Ruffo. Mentre La Sposa kazaka di Matteo Basilé è una donna dai tratti occidentali che, promessa ad un uomo molto più anziano, si copre il volto in segno di vergogna e ribellione, il dittico Proibito di Roberto Coda Zabetta, eseguito nel 2010 per la Langgeng Foundation, mostra un ampio volto che si sovrappone al d’après di un ritratto dell’imperatore cinese di Giovanni Castiglione del XVII secolo. Alice Schivardi propone dei lavori nuovi, Tentativi di Magia, o, in alternativa, dei fogli a ricamo, laddove Alex Pinna e Giovanni De Cataldo intervengono con, rispettivamente, una scultura in bronzo e guardrail rivestiti di tessuto arancione. A fronte di media tanto differenti, la ricerca sulla condizione umana e sul suo posto nel mondo rappresentano il minimo comune denominatore di queste opere. Infine, le nuove leve della mostra, Leonardo Petrucci, Massimo Catalani e Giovanni de Cataldo, sono stati esposti in una stanza buia con i loro lavori fotoluminescenti, opere che vivono sia alla luce che al buio. L’installazione di Leonardo Petrucci, The light hides the lights, presentata nel 2016 alla Fondazione Baruchello, si accende contemporaneamente alle opere ecologiche in sabbia e marmo di Massimo Catalani e le tele riflettenti di Giovanni De Cataldo.

Appena nata e con le idee chiare: per il 2018 nm>contemporary si concentrerà sul binomio natura-tecnologia e sull’interazione tra arte, natura e scienza. Perché tocchi andare all’estero per trovare qualcuno che abbia fiducia nei giovani artisti italiani è una domanda che è lecito porre ma che allo stesso tempo lascia il tempo che trova. In questo momento storico, in particolare, ciò che conta è che qualcuno investa su di loro da qualche parte, nella speranza che il mercato dell’arte italiano si risvegli dal suo torpore.

Info: https://www.natolimascarenhas.com/a-new-space-is-born

 

 

 

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